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Technology Pusher: l’intelligenza artificiale è arrivata fino ai geroglifici

12 Ottobre 2021
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Decifrazione dei geroglifici egizi: una materia secolare.

I sistemi di scrittura utilizzati nell’antico Egitto furono decifrati per la prima volta all’inizio del 19° secolo da numerosi studiosi europei. Quelli che ricordiamo per fama sono il francese Champollion e naturalmente il britannico Thomas Young.

Do you remember la Stele di Rosetta? Scoperta nel 1799, durante la campagna di Napoleone Bonaparte in Egitto, ha portato alla luce un testo di tre lingue: geroglifico, demotico e greco. Young osservò che i caratteri demotici derivavano da geroglifici e identificavano molti dei segni fonetici rappresentati.

Long Story Short, Young e Champollion decifrarono il demotico usando la Stele di Rosetta in combinazione con altri testi paralleli greci e demotici, ottenendo come risultato che moltissimi dei significati tradotti poi in geroglifico, producevano sinonimi e assonanze.

Tutto ciò per dire che quei disegnini di persone messe di profilo, gufi con il becco dorato e strane creature metà umane e metà lupi, in realtà non significano affatto uomini, animali e divinità, ma trascrivono interi concetti e situazioni ben più complesse.

Il “Deep Learning” e i geroglifici

Permettere all’intelligenza artificiale di tradurre i geroglifici è stata l’impresa pionieristica di tre istituti. L’Istituto di fisica applicata “Nello Carrara” del Consiglio nazionale delle ricerche, il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Firenze e il Centro studi CAMNES. Le tre fondazioni hanno segnalato il “Deep Learning” come sistema algoritmico che utilizza reti neurali per l’analisi di immagini. Immagini, grafiche, disegni e naturalmente geroglifici.

Il sistema è ancora alle prime armi, poiché come dicevamo poco fa, un geroglifico non significa una sola parola, ma un intero concetto. Però, lo studio getta delle forti basi per lo sviluppo di immensi e nuovi sistemi di supporto alla traduzione di testi anche molto antichi. Ad oggi lo studio è stato pubblicato sulla rivista online IEEE Access.

Papiro, pietra o legno: il Deep learning decifra tutto

Una nuova luce è gettata sulla comprensione dei testi dell’Antico Egitto, anche solo attraverso comuni scatti fotografici. Fai click sul geroglifico e l’AI ti racconta cosa c’è scritto. L’applicazione dell’intelligenza artificiale permette di classificare in modo automatico, ma con alta precisione, geroglifici scritti millenni fa.

E quindi  disegni rovinati, consumati, sbiaditi e forse un po’ astrusi. Non è poi importante quale sia il materiale che lo scriba ha utilizzato, l’intelligenza artificiale scannerizza solo i disegni che vede e li trasla in grafiche accurate prima di tradurle.

Sinergia tra intelligenza artificiale e scienze umane

L’applicazione del Deep Learning nei geroglifici è la testimonianza della profonda sinergia tra metodologie di intelligenza artificiale e scienze umane.

La ricerca dei tre istituti dimostra la possibilità della traduzione quasi automatica di antichi scritti egizi, ma propone anche nuove prospettive per la risoluzione di questioni rimaste aperte. I tre grandi gap che abbiamo sempre riscontrato quando si trattava di geroglifici erano la codifica, il riconoscimento e la traslitterazione dei segni.

Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale possiamo permetterci l’approfondimento dei diversi tipi di scrittura e disegno, e questo va a colmare lacune che fino a oggi noi avevamo guardato con frustrazione.

Non fraintendete, l’intuizione e la passione degli esperti è ancora fondamentale per integrare l’attività umana e quella delle intelligenze artificiale. Ormai i due universi sono sempre più vicini e stanno iniziando a unire le potenzialità per il raggiungimento di risultati insperati.

Integrare le complesse analisi fornite dagli algoritmi di intelligenza artificiale e le scienze umane, cioè quelle delle emozioni e delle società è un’attività meticolosa, e non potrebbe essere svolta (per il momento) da altre intelligenze artificiali. Il futuro impone una sempre maggiore armonizzazione fra l’analisi informatica e quella umana.

Il Deep Learning fa proprio questo: mette in luce come gli strumenti di analisi basati sull’AI possano supportare le indagini in campo egittologico, integrandosi col lavoro dell’archeologo.

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