Technology Pusher: il nuovo mondo del lavoro da (inquietante) ufficio ibrido
Le nuove strategie che uniscono lavoro in sede e da remoto. Ecco gli strumenti a supporto dell’ufficio ibrido
Le maggiori sfide che dobbiamo affrontare oggi riguardano il lavoro. Che esso comporti quello da remoto, quello in sede o anche quello in nero. Supportare le strategie del lavoro in azienda significa oggi supportare le tecnologie che ci permettono di essere produttivi, in ogni dove e in ogni come. La vita ibrida è già qui.
Ora che i lavoratori stanno tornando negli uffici, almeno in una certa misura, riprende il bioritmo dietro la scrivania. Ma, naturalmente, anche per chi lavora da casa le nuove tecnologie sono diventate fondamentali.
La buona notizia è che sarà sempre più facile adattarsi al lavoro, e che per certi software diventerà quasi scontato poter supportare la capacità di lavorare ovunque, dal deserto del Sahara fino al cubicolo dove avete lavorato per 5 anni. La cattiva è che sono un po’ spaventosi, e sotto certi aspetti anche coercitivi.
Il perimetro aziendale che passa dalla casa ibrida
Metà dei dipendenti che usa il PC, lo usa anche per scopi personali. Di questa metà, un buon 30% lo lascia usare anche ad altri famiglia. Ma la cybersecurity della propria rete domestica è davvero allineata con quella – probabilmente molto più potente – delle reti aziendali? No.
Il lavoro da remoto ha portato tanti benefici quanti drammi. Dalle password rubate al rilevamento di dati sensibili: ritenersi sotto attacco, quando si lavora da casa, dovrebbe essere già considerato un must e invece è una di quelle scomode verità che sgusciano fra le pieghe dell’inconsapevolezza. Con risultati, molto spesso, catastrofici.
Il tracciamento dei contatti nell’ufficio ibrido
Sapere dove sono seduti i dipendenti rende più semplice gestire le epidemie. Ne abbiamo tanto sentito parlare con Immuni, ma sta tornando in auge il software di tracciamento che può identificare tutti coloro che hanno lavorato vicino a una persona infetta. Alcuni tool tengono traccia dei dipendenti che fanno il check-in se lavorano in presenza.
Altri invece usano telecamere a infrarossi posizionate strategicamente fra le stanze dell’ufficio. Certo, questa novità sarebbe venuta fuori anche senza covid-19, ma la verità è che è cresciuta troppo rapidamente per poter fronteggiare tutti i drammi e dilemmi di privacy che avrebbe portato con sé.
Il messaggio iper ibrido: siamo sempre in ufficio
Qui sfondiamo una porta già spalancata. I sistemi di messaggistica immediata sono oggi di tutti, e per tutti. Esistono da molto prima della pandemia ma hanno triplicato i loro utenti da inizio 2020. Vale però la pena dare un’occhiata più approfondita: questi tool sono migliorati aumentando la loro integrazione con altri strumenti per la gestione del flusso di lavoro, e dunque sono gli strumenti ideali per mantenere la coesione del team quando i suoi membri raramente si trovano in ufficio allo stesso tempo.
L’altra faccia della medaglia è però molto più cupa: se siamo tutti quanti sempre online, sempre attivi e sempre reattivi, quanto possiamo dire di essere “qui, e adesso“? Detta in maniera più semplice, dozzine di messaggistiche istantanee diversificate scindono un po’ la realtà e ci fanno immedesimare nelle nostre identità digitali alter-ego… Alle volte, come avrete notato, questo ci fa perdere la cognizione di ciò che ci circonda e nella peggiore delle ipotesi, assorbe la realtà per sostituirla con l’iper tecnologia.
Videoconferenze più ricche di funzionalità
Le famose “call”. «Scusa, entro in call». «Alle 15 ho una call». Siamo sempre in call. Abbiamo persino fuso la lingua italiana con una più moderna e veloce in inglese. Il mondo delle videoconferenze sta diventando sempre più sofisticato e i fornitori hanno implementato le funzionalità: oggi una piattaforma di videoconferenza fa molto più di quel che immaginiamo.
Non si tratta più di consentire alle persone di guardarsi sul display – e anche qui potremmo aprire un dibattito su come e quanto questo abbia aumentato il narcisismo dei singoli -, ma addirittura di ottenere in tempo reale sottotitoli tradotti automaticamente per le discussioni internazionali. Chat room, riunioni, categorie di utenti. Oggi in una call possiamo decidere chi vede cosa e chi sente cosa. Ma stiamo davvero partecipando a una vera forma di conversazione?
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