Il celebre writer Banksy a Venezia per provocare: ha piazzato l’opera Il piccolo migrante con il razzo due settimane fa. E Google l’ha già messo tra i capolavori della laguna. Ma sarà un altra sorpresa a farlo animare…
Finalmente dopo 15 anni di fama adesso anche i media italiani lo chiamano Banksy. Non Bansky ma Banksy. È già qualcosa.
Comunque.
Deve esser dura far gli artisti anonimi, un colpo ferale al narcisismo millennial. Infatti Banksy non è un millennial, è nato nel 1974 a Bristol. Ma in ogni caso deve esser dura per esempio presenziare a mostre con le proprie opere senza mai incontrare qualcuno che ti chiede di farsi un selfie con te. Anche perché se hai quasi 6 milioni di follower su Instagram tutti conoscono la tua faccia.
Ebbene.
Lui voleva proprio fare vedere che c’era, alla Biennale di Venezia e non solo con i suoi
nove quadri che formano un’installazione in centro storico. Con il volto travisato (non poteva essere diversamente) da un cappello e dalle pagine di un quotidiano, era lì a riprendere e a fare post sulla sua istallazione di protesta: una nave da crociera in una venezia di altri tempi.
Circolare!
Banksy a Venezia deve essere sembrato il solito artista inglese di strada. Uno che vive di espedienti. Tant’è che xè rivai i vigili e l’hanno mandato via.
Che cos’ha detto?
Ha detto questo sui suoi profili social: «Espongo la mia installazione alla Biennale di Venezia. È il più grande evento al mondo legato all’arte, ma per chissà quale ragione non sono mai stato invitato».
Cose contro Salvini ne abbiamo?
Ovviamente: Banksy, il writer dei bambini attapirati e sovversivi, disegnati sembre nelle situazioni più belligeranti, ha preso un angolino di muro a pochi passi da Campo Santa Margherita. E qui ha piazzato l’opera: il piccolo migrante con il razzo di segnalazione delle barche in avaria e con indosso il giubbotto salvagente. Un monito sul dramma dell’immigrazione. Diretto a chi? Chi vuole ci vede l’indirizzo di Salvini, o di Minniti, o dell’Europa, a pochi giorni alle elezioni, o di ciascuno di noi, perché i bersagli di Banksy stanno un po’ in tutto l’arco costituzionale.
Banksy che fai? Aspetti l’acqua alta?
Il palazzo è un po’ scrostato ma lui ha annunciato che tornerà sul luogo del “delitto” per altri “messaggi” disruptive, dirompenti. Che si sia comprato quel palazzo? I fan si sono mobilitati con lettere alle autorità: salvate il graffito, mettetelo in sicurezza. Banksy a Venezia, infatti, parrebbe aver ignorato il rischio acqua alta. O forse, più probabilmente (spoiler!) sarà lì a riprendere il piccolo migrante con il razzo quando l’acqua lo sommergerà. E sarà proprio questo il momento in cui l’opera si animerà in tutta la sua forza espressiva. Sparendo.
A chi giova un Banksy a Venezia?
In primis a lui, che ha lanciato questo razzo acqua-aria nel cielo della Biennale e farà parlare di sé. Ai veneziani della zona che da un paio di settimane hanno gli occhi a dollaro. Ai turisti fuori dalla Biennale che già ora si assiepano in prossimità del ponte di San Pantalon per tante foto e sognando un selfie con Banksy a Venezia.
Il piccolo migrante con razzo: l’opera di Banksy è già su Google Maps
E poi arriva anche el brontolòn.
Nei giorni scorsi i brontoloni veneziani hanno gridato allo scandalo, per un graffito che deturperebbe Venezia e la sua storia. Chi xè sto Banksy? Ma Google map l’ha già catalogato nei capolavori da vedere a Venezia con il nome e il segnaposto: Opera di Bansky (Piccolo migrante col razzo).