La morte di Raffaella Carrà, deceduta a 78 anni dopo una malattia tenuta celata sino all’ultimo, ha suscitato quello che si è soliti definire cordoglio unanime.
Persino il presidente del Consiglio Mario Draghi – non proprio uso a esternazioni di questo tipo – non ha mancato di manifestare la sua profonda tristezza («ha portato il nome dell’Italia nel mondo») per la scomparsa di Raffaella Carrà che ha monopolizzato palinsesti televisivi, quotidiani, periodici e relativi siti internet e inevitabilmente tutti i social network di ogni odine e grado. I selfie con il morto e i ricordi personali con la Raffa Nazionale si stanno sprecando, nel solito mix di egocentrismo e cattivo gusto.
Raffaella Carrà, showgirl unica e irripetibile
Showgirl, icona pop, regina della tv; da sempre amata, idolatrata e rispettata in Italia, in Spagna e Sudamerica: Raffaella Carrà ha sempre saputo mettere d’accordo tutti. Questo è il suo lascito, che non ha eredi e che resta a chi l’ha sempre seguita: boomer, generazione x, millennial e tutti quelli che sono arrivati dopo e l’hanno magari conosciuta soltanto su YouTube.
Un personaggio capace di farsi notare anche in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, realtà sempre assai diffidenti nel riconoscere il talento di chi non provenga dalle loro lande: nel 1986 fu ospite del late night show più importante di sempre, quello di David Letterman, che la presentò come «la star del programma più popolare in Italia», così come nel 2020 il quotidiano inglese The Guardian la definì «l’icona culturale che ha insegnato all’Europa le gioie del sesso».
I duetti di Carrà con Sordi e Celentano
Come si diventa Raffaella Carrà? Il talento ha avuto la sua parte, ma mai quanto la determinazione, il rigore professionale, la capacità di stare sempre al passo con i tempi, spesso anticipandoli, senza mai forzare la mano. La sua palestra formativa è stato quello che non è retorica definire il miglior show televisivo italiano di tutti i tempi – Canzonissima – dove il suo caschetto biondo spadroneggiò a inizio anni settanta, con una serie di duetti memorabili, bastino quelli con Adriano Celentano e Alberto Sordi.
Per reggere confronti di questo livello, si deve essere fuoriclasse, senza se e senza ma: il suo carisma sapeva sempre riportare tutto nella giusta dimensione. I suoi balli con l’ombelico nudo in prima serata televisiva diedero un contributo decisivo allo svecchiamento e all’evoluzione di una società italiana assai bigotta, che sino a poco tempo prima obbligava le gemelle Kessler ad indossare calze scurissime per non mostrare troppo le gambe in tv (!!!).
Raffaella Carrà negli ultimi anni: da The Voice a Bob Sinclar
A tutto questo, va aggiunta la considerazione che di musica la Carrà ne capiva parecchio. Lo si è visto quando dal 2013 ha partecipato come coach a quattro edizioni del talent The Voice of Italy come giurata, dove sapeva sempre mettere tutto e tutti al posto giusto con una parola o anche con semplice sguardo, così come nel 2011 non ha esitato a mettersi in gioco insieme al dj e producer francese Bob Sinclar, con il quale realizzò una versione dance di “Far L’Amore”.
Nel frattempo era diventata un’icona gay, ma anche questo ruolo non se l’è né preso né cercato, come adesso fanno per qualsiasi causa politici, personaggi del mondo dello spettacolo e influencer, con post e frasi a effetto prodotti in fotocopia.
La Carrà era un’icona di tutti perché la sua trasgressione, la sua modernità e la sua sensualità erano quelle della donna della porta accanto, della vicina di casa o dell’invitata a una cena o a una serata dove magari capitava per caso, ma che poi sapeva prendersi il centro della scena senza fare altro che essere sé stessa. Per questo motivi non cercate eredi né imitatrici: i prototipi non possono nemmeno essere clonati.
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