Se vi servisse una lettura divertente ma profonda, impegnata ma con una spolverata di ironia e sarcasmo, allora potreste leggere il libro L’eleganza del riccio di Muriel Barbery (Edizioni e/o).
Al 7 di rue Grenelle a Parigi, in un palazzo signorile, abita Renée Michel, portinaia brutta come la morte ma dall’animo nobile e colto. La portinaia del libro L’eleganza del riccio, pur tenendo fede, in apparenza, ai cliché tipici della nobile arte del portierato (tv sempre accesa, ottusità, modi rozzi) studia in segreto Kant, mangi prelibatezze e analizza i condomini con interesse da entomologo.
Costoro sono tutti dei tronfi ricconi convinti del proprio valore, tranne la piccola Paloma Josse, figlia di un ministro. Paloma è infatti un piccolo genio consapevole della piccineria morale e intellettuale che la circonda, a partire dalla sorella Colombe, e per ovviare a questa realtà decide di suicidarsi.
Fortunatamente Paloma e Renée si incontrano e consolidano la loro amicizia grazie a un personaggio singolare: il giapponesissimo signor Kakuro Ozu, uomo discreto e amante del bello almeno quanto le altre due protagoniste del romanzo.
Gli incontri del terzetto danno vita a momenti di puro lirismo letterario, oltre che a una specie di lotta di classe insolita e scanzonata, che prende in giro coloro che credono di dominare il mondo anche se ne governano solo le apparenze.
Se non avete timore di superare l’esteriorità a favore dell’interiorità è un libro da leggere e tenere sul comodino per sfogliarlo ogni tanto. Il riccio ha una sua eleganza che non vi deluderà.
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