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Un treno che si chiama sbattimento. Ovvero la serie Snowpiercer di Netflix

17 Luglio 2020
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Cosa accadrebbe se la terra congelasse e l’umanità fosse minacciata dall’estinzione?

Nella serie Netflix Snowpiercer, l’idea del signor Wilford, miliardario e proprietario dello Snowpiercer, era stata quella di un treno in continuo movimento che circumnavigasse il pianeta, diventando un’arca di Noè tecnologica. In questo modo il genere umano avrebbe potuto trovare salvezza, anche se pagando un salato biglietto per salire a bordo.

Trama

Snowpiercer è una serie tv Netflix che prende ispirazione da Le Transperceneige, graphic novel distopica, e che ha un illustre antesignano nell’omonimo film del regista Bong Joon-ho (per capirci il vincitore dell’Oscar con Parasite).

A bordo dello Snowpiercer vige una rigida gerarchia: la prima classe è quella dei ricchi, la seconda dei benestanti e  la terza fornisce i lavoratori del treno. Ma poi c’è il Fondo, ovvero la coda del mezzo, che ospita chi alla partenza ha lottato per salire perché privo di biglietto. La vita nel Fondo vuol dire buio, fame e sofferenza e i fondai progettano da anni una rivolta. Tra loro c’è Andre Layton (Daveed Diggs), detective che verrà assoldato da Melanie Cavill (Jennifer Connelly), la responsabile dell’Ospitalità del treno e portavoce del signor Wilford, per indagare su alcuni feroci omicidi.

L’arrivo di Andre in prima classe lo porterà a scoprire alcune verità che cambieranno il corso della sua vita e di quella di tutti i passeggeri, accelerando l’idea di dar vita a una sommossa.

Ambientazione, personaggi e curiosità

Netflix ha scelto di rilasciare una puntata a settimana (fatta eccezione per le ultime due, uscite in contemporanea), facendo leva sui cliffhanger. Scelta sicuramente vincente, soprattutto perché ogni episodio dura circa un’ora e risulta a volte un po’ pesante da seguire.

L’altro grande problema degli autori era far dimenticare il film omonimo, perciò hanno scelto di ambientare la serie otto anni prima rispetto a esso e di adottare una prospettiva diversa da quella di Bong Joon-ho. Se il regista coreano aveva incentrato il focus sulla scoperta del resto del treno da parte dei fondai, nella serie tutto si gioca più sul rapporto che si instaura tra Andre e i membri delle varie classi. I fondai qui sanno già che ci sono delle carrozze privilegiate, nelle quali esistono comodità, cibi prelibati e, addirittura, una riproduzione dell’oceano piena di pesci.

Forse uno dei veri problemi di credibilità della serie è proprio la struttura del treno. Dall’esterno infatti  il mezzo appare come un normale mezzo su rotaie ma all’interno si notano spazi a volte enormi (come il suddetto oceano), che non sono davvero credibili.

Il mistero del signor Wilford

L’altro grande punto interrogativo è il signor Wilford. Dalla partenza del treno, sette anni prima, nessuno ha mai più potuto vederlo. Infatti la locomotiva è off limits per tutti tranne che per Melanie Cavill e pochi altri. Su questa presenza assente si gioca gran parte dell’equilibrio dello Snowpiercer, che ha bisogno di un deus ex machina come punto focale di ogni speranza. Riuscirà il signor Wilford a tenere fede ai patti e a salvare l’umanità?

Non è dato saperlo ma la serie si impegna a tenere viva la suspence fino all’ultima puntata della prima stagione, che ha un plot twist decisivo.

Perché guardarla?

Sebbene non sia originalissima, questa serie rappresenta bene le lotte per gli equilibri di potere tra le classi sociali mescolando il tutto al tema generale della sopravvivenza dell’umanità. Nonostante alcune puntate un po’ lente, i personaggi principali e anche quelli secondari sono ben delineati e ogni loro azione è sempre motivata.  Potreste rimanere sorpresi sul finale ma in fondo è anche il bello delle serie tv.

 

 

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