La serie di Netflix Valeria sarà l’evoluzione Millennial di Sex and the city?

24 Maggio 2020
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Quattro amiche trentenni, la movida madrilena e l’incertezza dei trentenni. Basterà per rendere la serie Netflix Valeria la sorellastra millennial di Sex and the city?

Trama di Valeria

La ventottenne Valeria si imbatte nel bel tenebroso Victor mentre cerca di scrivere un romanzo. Lui si invaghisce subito della scrittrice provetta e le suggerisce di scrivere un romanzo erotico. Peccato che la poveretta, dopo sei anni di matrimonio, non sappia più dove stia di casa la passione e così si affida ai racconti delle amiche.

Ciò che scrive risulta però insipido e così Valeria inizia a scambiare messaggi allusivi con Victor e a sospettare che il suo matrimonio stia andando a rotoli.

Nel frattempo anche le sue amiche, Carmen, Lola e Nerea annaspano tra crisi amorose, tentativi di autoaffermazione e ricerca di una propria dimensione.

Valeria è una serie per Millennial?

La serie, ispirata ai romanzi di Elísabeth Benavent, propone sicuramente alcune tematiche care ai Millennial. L’incertezza lavorativa e affettiva, l’ambizione insoddisfatta, il conflitto irrisolto con la generazione precedente e, ovviamente, il sesso.

Lo fa nella splendida cornice di Madrid, molto più presente nelle serie tv da quando Netflix ha aperto lì il suo più grande centro di produzione.

Tra le serie girate nella capitale spagnola ci sono:  La casa di carta, Le ragazze del centralino ed Elite, ma in Valeria è possibile ammirare la città da diverse angolazioni ancora inedite, come quelle della sua vita notturna vivacissima con le sue feste e i suoi locali.

Peccato che i pregi della serie finiscano praticamente qui.

Per garantire a tutti una possibilità di identificazione, Valeria ha delle protagoniste (e anche i loro omologhi al maschile) stereotipate.

Il cast di Valeria

Valeria (Diana Gómez), scrittrice idealista e con sindrome dell’impostore; Lola (Silma López), che usa il sesso come mezzo per divertirsi ma sfuggire anche i suoi problemi; Carmen (Paula Malia), creativa pubblicitaria eternamente insicura, e Nerea (Teresa Riott), che tenta disperatamente di affermare la sua identità sessuale ma ha seri problemi a fare coming out.

Valeria: differenze e similitudini con Sex and the city

Sebbene l’autrice dei libri abbia detto di essersi ispirata a  Sex and the city, non basta mettere insieme quattro amiche e raccontare le loro avventure sentimental-sessuali per avere una serie di successo. Ecco perché possiamo definire Valeria  la sorellastra millennial e sfigata della sua illustre antenata.

Se Carrie cercava di trasporre nella sua rubrica sul sesso i dubbi e le scoperte, mettendosi di fatto in gioco, Valeria usa la scrittura come alibi. L’idea di vivere pubblicando romanzi le impedisce di vedere che non ha più soldi né prospettive. A farne le spese è il suo rapporto di coppia, con un marito incapace di dirle in faccia che sta sacrificando i suoi sogni perché lei possa far finta di scrivere.

A peggiorare il tutto è il suo rapporto con Victor, che si candida a diventare il suo amante. Sembra quasi Valeria abbia  abbia bisogno di lui per riuscire a definirsi e addirittura per decidere di cosa parlerà il suo romanzo.

Anche le amiche soffrono dello stesso problema: sono definite dall’esterno più che dall’interno. Pure Nerea, che porta avanti la sua battaglia per l’uguaglianza in un collettivo LGBT finisce per essere soffocata dallo stereotipo e non ne esce più.

Credo che in molte, guardando la serie, abbiano pensato che è arrivato il momento di finirla con questa tipologia di personaggi femminili. Donne che agiscono solo in balia delle circostanze e il cui carattere si scioglie come neve al sole alla prima difficoltà.

Eppure è possibile che una serie abbia protagoniste verosimili, si pensi a serie tv come Fleabag o Girls (le cui ultime stagioni non sono mai arrivate in Italia, purtroppo), che non solo hanno raccolto il testimone delle serie pioniere dell’emancipazione ma le hanno superate. Il motivo è semplice: sono ironiche, scorrette, hanno protagoniste imperfette ma per questo molto più vere.

Alla fine è un peccato che questa serie non sia riuscita a proporre un punto di vista nuovo sui Millennial, nonostante provi a trattare temi rilevanti. A consolare il pubblico rimane solo la fotografia luminosa, la musica e Madrid sullo sfondo.

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