Il 29 gennaio 2020 il coronavirus “arrivava” in Italia, gli effetti di un anno di covid

29 Gennaio 2021
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Era il 29 gennaio 2020 quando in Italia si cominciò a sentire parlare in maniera concreta di coronavirus.

Due turisti cinesi a Roma vennero ricoverati all’ospedale Spallanzani per questa nuova malattia. Si sperava rimanesse un caso isolato, invece quel che è successo dopo è risaputo. Insomma, è da un anno che il mondo intero fa i conti con il covid-19. L’italia non è da meno. 

Le conseguenze pesanti di un anno di covid

Accanto ai vari risvolti psicologici che le misure di confinamento e di prevenzione hanno determinato, non si può non osservare che le conseguenze della pandemia si sono verificate in ogni ambito delle nostre vite. E l’economia, come è ovvio e risaputo, non fa eccezione. Un po’ in tutto il pianeta, ma specialmente in Italia, la crisi economica ha fatto nuovamente capolino e man mano che il tempo passa picchia più duro. 

Anno nero per il commercio

L’Osservatorio EY-Confimprese ha analizzato i dati di consumo di mercato di dicembre 2020, nei settori abbigliamento e accessori, food&beverage (ristorazione servita, quick service e bar) e non food (retail cosmetica, arredamento, servizi, cultura). Ebbene i numeri emersi sono sconfortanti. In Italia, infatti, il 2020 è stato un anno nero per il commercio. E le previsioni per il futuro sono a tinte a fosche, con pesanti ripercussioni sull’occupazione e sui bilanci delle aziende. 

L’e-commerce vola dopo un anno di covid

Le chiusure dei negozi e l’impossibilità a spostarsi hanno fatto calare del 38,9% i consumi rispetto all’anno precedente. Solo dicembre, con le timide aperture prenatalizie, ha recuperato anche se di pochissimo e il saldo rimane in negativo. Ma centri commerciali e outlet hanno visto crollare i propri affari per via delle restrizioni imposte dal governo, che tuttavia hanno favorito gli assembramenti nei centri delle città anche se senza una reale spinta sui consumi. A novembre si è verificato un vero e proprio exploit dell’e-commerce (+92,6%), che su base annua è cresciuto di quasi il 55%. 

Il turismo è la prima vittima della crisi covid

La prima vittima della crisi da pandemia è stato però il turismo, con il settore travel che ha perso il 67,2% nel solo mese di dicembre, e che su base annua ha chiuso a -59.7% per merito dei viaggi dei primissimi mesi del 2020. Ma i continui divieti a spostarsi tra regioni e Paesi non danno certo una mano al comparto. 

Ristoranti a picco dopo un anno di covid

A pagare le spese più di altre attività, poi, sono stati i ristoranti, che hanno registrato un -66,8%. Segue l’abbigliamento che chiude a -45%, e tutto il comparto del non food che si ferma a un -29,3%.

Le aree più colpite dalla crisi sono Friuli-Venezia Giulia e Veneto -55,5%, seguite a breve distanza da Toscana -53,6%, Campania -51,5%, Emilia-Romagna -50,4%. In particolare, a collassare è stata la città di Venezia, che a causa dello stop ai turisti ha perso il -62,4% nel solo mese di dicembre e il 46,9% su base annua. 

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