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I Millennial hanno la stoffa per cambiare il mondo, e il tessuto è naturale

18 Gennaio 2019
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Chivas Venture: poker di finalisti. Seconda edizione italiana della competizione mondiale per startup promossa da Chivas: siamo andati scoprire i progetti dei Millennial che cercano di cambiare il mondo con la tecnologia.

Chivas Venture II – la vendetta, la vendemmia, la ventesima volta che scrivo questa frase augurandomi che un gioco di parole decente ne esca fuori. Nel frattempo l’articolo va avanti e scorre giù come il blended whisky di questo marchio scozzese.

Quattro startup italiane si sfidano per aggiudicarsi un posto alla finalissima di Amsterdam a maggio del 2019. Un milione in palio che gli imprenditori di tutto il pianeta cercano di spartirsi.

I millennial stanno costruendo il futuro, come recitava la maglietta della commessa di Pull&Bear l’altro giorno: “My generation will save the planet”. I progetti presentati hanno tutti, se non proprio l’ambizione di cambiare il mondo nella sua totalità, quantomeno un risvolto sociale. A questo genere di imprese è rivolto infatti l’interesse di Chivas, come lo è anche il nostro.

Tanta natura nei progetti selezionati per la finale.

In gara abbiamo BionIT Lab con Adam’s hand. Una protesi più economica del normale che combina design ed efficenza. Il loro motto “trasformare la disabilità in possibilità” trova un’applicazione pratica. Una protesi robotica può cose che una mano umana neanche immagina.

Poi è venuto il turno di 3Bee. Come qualsiasi Millenial cresciuto guardando l’ape Maya io facevo il tifo per loro. L’azienda ha l’obiettivo di combattere l’uso eccessivo di antibiotici, specie negli allevamenti. Un chip di pochi centimetri è capace di ascoltare il suono prodotto dalle api, monitorando il loro stato di salute.

La stessa intelligenza artificiale dentro il chip è capace di riconoscere un maiale che ha la tosse tra mille. Predire l’insorgere di malattie è meglio che curarle. Huawei trasforma l’audio delle balene in musica: in Italia abbiamo un’azienda capace di ascoltare la voce delle api e dirci quando sono malate.

Sembra che l’uomo moderno si sia scordato dell’importanza del sole, nell’antichità venerato, ora la civiltà preferisce coltivare piante sul lato oscuro della luna.

Madre natura è piena di energia e non butta via niente. myfoody.it si pone lo stesso obiettivo.

L’app scaricabile segnala i prodotti in scadenza che sono in offerta al supermercato. Un toccasana per i Millennial che si ritrovano con sempre troppi pochi soldi per un pasto degno di questo nome.

Per ultima si presenta: Vegea che raccoglie le vinacce (gli scarti della produzione viticola) per farne tessuti. Perché non si butta via niente neanche se si parla di rifiuto vegetale. Un tessuto fatto di scarti erbacei ha sicuramente un impatto sull’ambiente migliore di qualsiasi prodotto di pelle o sintetico.

Avevo iniziato questo articolo scrivendo Chivas Venture 2 – la vendetta, la vendemmia… ecco proprio dagli scarti della vendemmia abbiamo avuto il vincitore: Vegea. La vendetta della natura contro di chi crede che innovazione e futuro significhi solo cemento e grigio. Mentre noi ci auguriamo che significhi anche cambiare il mondo.

“Success is a blend” come ci ricorda Chivas e nell’imprenditoria è lo stesso. La chiave è la giusta dose di tanti elementi. Solo i migliori baristi conoscono il trucco.

Il mentalista ed ospite Francesco Tesei ci ricorda che avere un’azienda è un viaggio in macchina, fermarsi a fare rifornimento, fare soldi, è solo un passaggio obbligatorio, la meta finale del viaggio non possono essere i distributori di benzina.

Noi millennial italiani, nipoti di contadini e viticoltori, auguriamo buon viaggio ai vincitori italiani che di sicuro hanno la stoffa per competere con i finalisti di tutto il pianeta.

 

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Questo è il progetto vincitore dello scorso anno.

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