Per i fan del binge watching, con la serie Chalet sarà un tranquillo weekend di paura

13 Dicembre 2019
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Prendi uno chalet di montagna, una sigla che fa paura e una bella frana che blocca tutti in un paese sperduto e avrai la serie Netflix Le chalet.

A pensarci bene questi elementi ricalcano il classico del giallo: la stanza chiusa, delitti misteriosi e soprattutto l’impossibilità di capire chi sia il colpevole.

Eppure Le chalet vuole raccontare una storia che parla anche di un paese, Valmoline, che sta morendo.

Il piccolo centro infatti è ormai quasi deserto quando arriva un gruppo di ragazzi originari del luogo per celebrare un matrimonio.

C’è Manu (Marc Ruchmann) e con la fidanzata Adéle (Emilie de Preissac) e c’è Alice con la sua fiamma italiana, lo chef Fabio, ma c’è anche Sébastien Genesta (Max Libert) con la fidanzata modella  e gli sposi con la loro figlioletta.

La narrazione, caratterizzata da continui flashback e forward, ci racconta in parallelo la storia della famiglia Rodier. Che, in un’estate lontana, nel 1997 aveva abitato lo stesso chalet a Valmoline. Jean-Louis Rodier, scrittore in crisi, si era rifugiato nello chalet con la moglie ei figli Julien e Amelie, per superare il suo blocco. Ma la famiglia scomparve misteriosamente.

Nel presente tornano alcuni dei personaggi del passato, abitanti del paese e non, e la vicenda assume dei contorni oscuri.

Una volta rimasti insieme ai pochi residenti, i giovani arrivati in paese si rendono conto che qualcuno sta sabotando la rete elettrica e le comunicazioni, quindi non possono chiedere aiuto.

L’escalation di violenza però è solo all’inizio, presto ci saranno sparizioni, morti più o meno accidentali e fatti misteriosi.

Lo spettatore inizia a intuire che tutto è connesso con la sparizione della famiglia Rodier e dei suoi due figli e che le colpe dei padri potrebbero ricadere sulla discendenza.

La serie sicuramente ha il pregio di tenere alta la tensione per la prima metà, forse indugiando troppo sui flashback a volte. Tuttavia lo scioglimento della vicenda non è abbastanza appagante ma troppo semplicistico e basato unicamente sul senso di vendetta, senza ulteriori approfondimenti.

Peccato davvero anche se bisogna riconoscere che una cosa veramente azzeccata c’era, la sigla davvero inquietante e capace di provocare incubi anche nei più coraggiosi.

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