Si pensa che Game of Thrones sia l’ultima serie tv che guarderemo tutti insieme, dopo inizierà definitivamente l’era dello streaming solitario in cameretta. Cari Millennial nostalgici, iniziate a preparare i fazzoletti per quando finirà Trono di Spade 8.
Trono di spade 1
Era una serie come un’altra, Game of Thrones, fino a quando Ned Stark, quello che tutti credevano il protagonista, è stato decapitato alla fine della prima stagione.
Occhi chiusi, grida strazianti, corvi che volano in aria e…. ci rivediamo tra qualche anno.
Da quel momento il pubblico stranito ha cercato sui social network chiarimenti, creando una vera e propria comunità: “Se il protagonista è morto, come si evolverà la trama?”
Trono di spade 2
Ed ecco la seconda stagione con il Red Wedding: il nuovo personaggio preferito dai fan, Rob Stark, si sposa e al matrimonio vengono tutti sterminati e sgozzati vivi. Mezzo cast sparito in 20 minuti di scena.
Gli spettatori hanno provato la sensazione che al di là dello schermo qualcuno non fosse dalla loro parte. La felicità del pubblico passava in secondo piano e la storia proseguiva facendo morire chi doveva morire, un po’ come nella vita reale. La crudeltà nei confronti dei fan ha reso la serie di Game of Thrones un fenomeno virale.
Abbiamo capito che ci si poteva aspettare di tutto da un trama per niente scontata, studiata per sbalordire, provocando ogni tipo di reazione primaria: rabbia, applausi accessi, esaltazione, pianto, angoscia, paura. Non esiste una serie che ha il potere di ammaliare tutti questi spettatori in modo viscerale come Game of Thrones.
Perché GOT ci ha fottuto il cervello?
Per capirne il successo bisogna innanzitutto osservare il media da cui viene trasmesso, ovvero la TV. Oggi non è così comune guardare la televisione, i nostri programmi preferiti li troviamo comodamente online con lo streaming su Netflix dove le serie vengono caricate sulla piattaforma dalla prima all’ultima puntata. Si va in overdose guardando la stagione in una notte e la mattina dopo pronti a consumare di nuovo.
Il metodo è comodo ma si perde il piacere della discussione… se tu l’hai già finita, il tuo amico è ancora alla seconda puntata e quindi non potete parlarne.
Oggi, al contrario, per sapere cosa succederà nella prossima puntata di Game of Thrones ci tocca tutti quanti aspettare una settimana, come ai vecchi tempi. Questo è un incredibile punto di forza per una serie così popolare, perché crea una sensazione di simultaneità tra gli spettatori, trasformando il suo meraviglioso viaggio, in un viaggio comunitario.
Quello che accade sullo schermo lo viviamo tutti insieme, in milioni nello stesso tempo e, in Game of Thrones, succede di tutto, quindi bisogna star attenti.
La puntata 3 di Trono di spade 8
Ecco spiegato il successo dell’episodio 8×03 di Got, The long night, in cui si è svolto lo scontro finale tra le casate di Westeros e il Night King, col suo esercito di morti. Per anni, l’attesa della battaglia, ci ha intrattenuto con discussioni sui social e teorie disparate. Eravamo agitati come l’esercito davanti alle mura di Winterfell. Si aprivano scommesse sui morti e in tanti si son trovati a guardare la puntata nei bar, come con la nazionale, pronti ad esultare o a piangere in compagnia.
L’episodio 8×03 di Game of Thrones, The long night, è stato il più tweettato nella storia delle serie TV con i suoi 7.8 milioni di reazioni durante la messa in onda: ha unito tutti in un giga salotto virtuale. Quando Arya ha ucciso il Night King nella scena finale non stava succedendo nello show, stava succedendo a noi e abbiamo dovuto scolarci tre birre di seguito per riprenderci, telefonarci o abbracciarci.
Per finire, l’ondata successiva di plausi, di critiche e i giornali cercano di rispondere alle domande dei social, con il loro personale parere sulla battaglia di Winterfell, la più lunga sequenza di guerra mai stata girata.
C’è chi l’ha amata e chi l’ha odiata ma non potete negare che eravamo tutti davanti a quello schermo col fiato sospeso e gli occhi sbarrati finché non si è conclusa dolcemente dopo 1ora e 20 minuti di stress psicologico. Solo alla fine ci siamo accorti di respirare di nuovo. Mia sorella mi ha chiamata in lacrime: “E’ successo, ce l’abbiamo fatta, abbiamo vinto!”, ci sentivamo patetiche, ma sapevamo di non essere le uniche.
Mancano ancora tre puntante alla fine di Westeros e siamo tutti pronti a subire gravissimi colpi che ci turberanno più della morte del Night King.
L’inverno sta arrivando
Ma con la fine di Game of Thrones, forse finirà anche l’ultimo spettacolo televisivo che guardiamo tutti insieme, su una scala così grande e straordinaria, appassionandoci e allo stesso tempo tormentandoci. La felicità è reale solo quando è condivisa, diceva quello scemo di Into the Wild e ce ne accorgeremo quando saremo soli, in overdose dall’ennesima serie Netflix uguale alla precedente.