Se Salvador Dalì avesse avuto Instagram. Storia di un personal branding inaspettato
Un plauso a chi cerca di legare la storia dell’arte alla contemporaneità: Branding Salvador Dalì
I millennial appassionati d’arte possono gioire. Finalmente c’è qualcuno che cerca di legare la storia dell’arte alla contemporaneità: Branding Salvador Dalì. La costruzione di un mito è il titolo della mostra a Palazzo Fondi di Napoli dal 25 ottobre al 20 gennaioche svela un percorso di personal branding ante litteram portato avanti dall’artista catalano Salvador Dalì.
Se Salvador Dalì avesse avuto un profilo Instagram, probabilmente avrebbe inaugurato un modo di fare arte basato su sul suo eccentrico personaggio. E forse non in pochi lo avrebbero compreso. Di sicuro immaginiamo che molte aziende lo avrebbero ingaggiato per promuovere prodotti per la bellezza dei baffi.
L’immagine di Dalì nell’interpretazione della serie tv La casa di Carta
In ogni caso il percorso napoletano mostra una produzione poco nota al grande pubblico. Gli appassionati possono scoprire le modalità con le quali il processo di dalinizzazione perseguito insistentemente dal surrealista Salvador Dalì, viaggiasse lungo canali totalmente estranei alla pittura.
Serie grafiche, manifesti, libri, ceramiche, argenti: un insieme di più di 150 opere provenienti dalla collezione privata di un segretario personale di Dalí. Ogni oggetto in esposizione è databile tra i primi anni 50 e gli anni 80.
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