Picchi di ansia e depressione, il prezzo che i millennial stanno pagando al covid

23 Gennaio 2021
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Milioni di morti, famiglie sull’orlo del lastrico e una spaventosa crisi finanziaria. Ma non solo.

Anche la salute mentale sta pagando un prezzo altissimo alla pandemia e i dati lo dimostrano: picchi di ansia e depressione si stanno registrando in tutto il mondo e a tutte le fasce d’età. E questo a causa delle enormi preoccupazioni che l’emergenza sanitaria ha provocato, per un motivo o per l’altro, in ciascuno di noi.

Usa, 4 su 10 soffrono di ansia e depressione

In America, l’United States Census Bureau e il National Center for Health Statistics hanno dimostrato che più di quattro adulti statunitensi su dieci hanno sviluppato sintomi di depressione o ansia entro la fine del 2020 (mentre nella prima metà del 2019 il rapporto era solo di uno su dieci).

Tra il 9 e il 21 dicembre 2020, poi, l’Household Pulse Survey ha intervistato 60.000 cittadini americani: i soggetti hanno dovuto rispondere quanto spesso si fossero sentiti giù, depressi, senza speranza o ansiosi nell’ultima settimana, quante volte non fossero stati in grado di smettere di preoccuparsi o avessero mostrato scarso interesse o piacere nel fare le cose.

Lo scopo era quello di riscontrare eventuali sintomi associati a diagnosi di disturbo d’ansia generalizzato o disturbo depressivo maggiore. E i risultati fanno rabbrividire. Se, infatti, nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2019 soltanto l’8,2% degli adulti americani mostrava i sintomi tipici del disturbo d’ansia (in base a quanto dichiarato durante l’intervista), tra il 14 e il 19 maggio 2020 la percentuale è salita a 28,2%, per crescere ulteriormente a 36,9% alla fine dello scorso anno.

Lo stesso preoccupante andamento si registra anche per i sintomi connessi alla depressione: questi sono stati riscontrati nel 6,6% degli americani intervistati nei primi sei mesi del 2019, nel 24,4% di quelli intervistati a maggio dello scorso anno e nel 30,2% in quelli intervistati sette mesi dopo. Complessivamente, la quota di persone con sintomi del disturbo d’ansia o di depressione è salita dall’11% del 2019 al 42,4% alla fine del 2020.

In Italia soffrono i giovani e le donne

In Italia la situazione non è affatto migliore di quella in America. I primi dati preoccupanti erano emersi dal sondaggio online condotto all’inizio dello scorso marzo dal centro psicoterapeutico Psymind e Pronto Soccorso Psicologico.

Tra il 19 aprile e il 3 maggio 2020, poi, uno studio denominato Covid Collateral Impacts (Cocos) ed effettuato dall’Università di Torino ha messo in evidenza come a pagare le conseguenze della pandemia dal punto di vista psicologico siano soprattutto i giovani, le donne e chi ha subìto difficoltà economiche legate al blocco totale delle attività.

Su un campione di 1515 soggetti, tutti maggiorenni, è infatti emerso che il 23,2% ha manifestato disturbi di tipo ansioso, il 24,7% sintomi depressivi e il 42,4% disturbi del sonno. Tra questi ultimi, in particolare, la percentuale è risultata doppia tra le donne. I dati sono stati pubblicati sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health.

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