La cronaca ci impone di capire se le generazioni più giovani hanno le idee chiare su questa parola. Ma anche i millennial hanno forse bisogno di un ripasso. Per tutti un piccolo alert: qualsiasi stato alterato da alcol o droghe rende il concetto di consenziente sempre a rischio. Attenzione
Il termine consenziente viene spesso letto in occasione di processi per stupro. Gli accusati replicano di solito che i rapporti sono avvenuti in maniera consenziente. Ma cosa vuol dire veramente questa parola?
Mi sono immaginata di creare un vademecum per le persone giovani e meno giovani (visto che, al di là dell’età, non sempre si è consapevoli di quello che si è e che si vorrebbe) e di stimolare comunque degli elementi di riflessione per tutti.
Dal vocabolario Treccani significa: Che consente, che dà il proprio consenso.
Il termine “rapporto consenziente” si riferisce a una relazione intima in cui entrambe le persone coinvolte acconsentono liberamente e consapevolmente a partecipare ad attività sessuali. Il consenso implica quindi che entrambi i partner abbiano la facoltà di decidere in merito alla partecipazione ad attività sessuali.
Il consenso dovrebbe essere:
Libero: dovrebbe avvenire senza coercizione;
Informato: entrambe le parti dovrebbero sapere di cosa si tratta;
Esplicito: dovrebbe essere espresso in maniera esplicita (se non mi oppongo, non vuol dire che do il consenso!);
Revocabile: in ogni momento può essere revocato, anche quando un rapporto sessuale è già iniziato
Casi concreti:
Se accetto un invito a cena da un uomo, è implicito che io sia interessata a lui e che io debba acconsentire ad eventuali approcci sessuali da parte sua?
Il corpo è mio. ognuno ha il totale controllo del proprio corpo e il diritto di tracciare i confini, che sono dei limiti.
Purtroppo alcune donne e uomini pensano ancora che se una donna accetta un invito a cena vuol dire che è disponibile sessualmente.
Se al primo appuntamento lui ti prende la mano e tu non dici niente, ma la togli e lui continua a prenderla e tu alla fine cedi all’insistenza e ti fai anche baciare, anche se non sei convinta, è abuso sessuale? Ovviamente lo stesso meccanismo può avvenire per tutti gli atti successivi al bacio, è una catena che non deve iniziare se non si è sicuri, ma che comunque può essere interrotta in qualsiasi momento.
Anche se l’altro si dimostra arrabbiato e deluso si può cambiare idea in qualsiasi momento.
Soprattutto le donne che hanno subìto abusi infantili sono confuse nello stabilire i confini del corpo, succede che possano trovarsi in situazioni che non desiderano veramente, che abbiano episodi di depersonalizzazione e di derealizzazione (sentirsi distaccati da sé e dalla realtà).
Non sempre i segnali del corpo sono chiari e soprattutto possono essere fraintesi.
Facciamo un altro esempio, se inizio ad avere rapporti con il mio fidanzato, ma poi capisco a metà rapporto che non ho più voglia sono autorizzata ad interrompere?
«Mi vergognavo a dire di no, ma lui insisteva. Ho tolto la mano, ma non mi ha ascoltato».
Quante donne hanno acconsentito ad avere o continuare dei rapporti solo per soddisfare le aspettative del proprio partner?
Io credo che a dare un consenso esplicito e verbale non si sbagli mai.
Mi ricordo che durante la mia adolescenza mi è capitato che un paio di ragazzi mi avessero chiesto esplicitamente se volessi diventare la loro ragazza e mi avessero baciato solo dopo il mio assenso. Questo dopo che c’era già stata una simpatia reciproca del tutto platonica. Credo fosse un atto di responsabilità e di impegno che forse manca in tante situazioni. Ovviamente non aveva una connotazione di proprietà
La pratica del consenso è fondamentale per garantire che le relazioni intime siano basate sul rispetto reciproco e sul libero arbitrio delle persone coinvolte. Il consenso è un processo continuo che deve essere confermato regolarmente nel corso di una relazione. è un elemento fondamentale per il mantenimento di relazioni sane e rispettose.
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