Non c’è pace per i supereroi, anche loro sempre più impegnati a doversi dimostrare politicamente corretti, gender fluid, ambientalisti e tanto altro ancora.
Già abbiamo scritto della Marvel e del suo nuovo corso, adesso è il momento di occuparsi dell’altra parrocchia, la DC Comics, l’universo di Batman, Superman e Wonderwoman. Lo spunto è dato dalla recentissima notizia che vede protagonista Robin, il braccio destro di Batman, che nell’ultimo episodio di Batman Urban Legends ha dichiarato di essere bisessuale. Per i seguaci della saga dell’uomo pipistrello e del suo fidato assistente, la rivelazione non può certo definirsi sorprendente.
Robin, il supereroe morto e risorto
Robin apparve per la prima volta nei comics nel 1940 e nel corso degli anni è stato incarnato da diversi interpreti. Dick Grayson il più famoso di tutti, Jason Todd il più sfortunato, ucciso dal Joker nel 1988 dopo un sondaggio telefonico tra i lettori del fumetto che ne decretò la morte.
Una vicenda quest’ultima che ha ispirato le più incredibili leggende metropolitane; per la cronaca furono 5343 i voti contro la possibilità di salvarlo, 5271 quelli a favore. Stile referendum abrogativo in Italia in buona sostanza, dove ci si deve pronunciare al contrario per esprimere la propria volontà. Ad ogni modo i supereroi non muoiono mai, Robin ha avuto ovviamente modo di risorgere e ritornare.
Anche al cinema il ragazzo meraviglia – uno dei due soprannomi insieme a pettirosso – non ha mai avuto molto spazio né molta fortuna, co-protagonista in “Batman & Robin” di Joel Schumacher, film del 1997 con George Clooney (Batman) e Chris O’Donnell (Robin): il peggior prodotto cinematografico di sempre dedicato all’uomo pipistrello, come hanno più volte ribadito il regista e gli interpreti.
La virilità dei supereroi durante la Guerra Fredda
Una vita – anzi più vite – così temprate non possono quindi essere state scosse dal rumore di fondo del web arrivato inevitabile dopo il suo coming out. Anche perché della omosessualità di Robin si parla e si argomenta già dagli anni cinquanta: in un’epoca nella quale il maccartismo spadroneggiava, si doveva essere soldati tutto d’un pezzo.
Capitan America venne fatto tornare in fretta e furia dall’ibernazione, Wonder Woman quasi messa al bando perché troppo amazzone e Robin quasi sempre considerato un fastidioso accessorio.
La serie tv con Robin e Batman degli anni sessanta
Il colpo di grazia alla sua sempre dubbia virilità fu dato – più o meno volontariamente – dai telefilm degli anni sessanta interpretati da Adam West (Batman) e Burt Ward (Robin), 120 episodi prodotti dal 1966 al 1968, con i villans interpretati da fuoriclasse come Cesar Romero (Joker), Burgess Meredith (Pinguino) e Eartha Kitt (Catwoman).
In Italia ebbe i suoi momenti di gloria negli anni ottanta, grazie alle tv di Berlusconi; una serie tv molto caricaturale, paradossale e stravagante. Dove la presunta omosessualità o bisessualità di Robin fu più sussurrata e poi conclamata retroattivamente; per niente palesata in buona sostanza.
Del resto perché stupirsi? Si era in un’epoca nella quale non erano certo l’orientamento sessuale o il colore della pelle a fare la differenza tra una buona e una cattiva storia, tra un bravo attore ed un attore incapace.
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