Noi siamo l’onda è la serie tv che ci riporta agli anni in cui eravamo adolescenti rivoluzionari e idealisti.
Trama e protagonisti
A destare scompiglio in un liceo tedesco è un ragazzo appena trasferitosi, Tristan Broch (Ludwig Simon). Benché giovanissimo, Tristan è ospite di un centro detentivo minorile ma usufruisce di un permesso che gli permette di frequentare la scuola e rientrare solo a sera.
Tristan ha un sogno, quello di debellare l’ingiustizia, una in particolare, dato che la sua storia è segnata dalla morte della madre, attivista in africa.
Attorno a lui si raccoglie un gruppetto eterogeneo. C’è la ragazza molto ligia al dovere, Lea (Luise Befort), quella bullizzata perché “strana”, Zazie (Michelle Barthel), il solitario Hagen (Daniel Friedl) e infine quello vittima del razzismo di alcuni compagni, Rahim (Mohamed Issa).
Il gruppo ha come comune denominatore il desiderio di agire per arginare le ingiustizie cui assiste quotidianamente. Tristan fa solo da catalizzatore per delle pulsioni che ciascuno sente in maniera indipendente dagli altri.
Sarà proprio la diversità di intenti a generare un entusiasmo che coinvolgerà, per mezzo di una comunicazione virale sui social, moltissimi ragazzi in altre città. Peccato che in seguito emergano pure risentimenti e liti.
Gli antecedenti
Molti hanno analizzato la derivazione de L’onda siamo noi dal libro di Todd Strasser L’onda. Nel romanzo si racconta di un esperimento condotto da un professore all’interno di un liceo. L’esperimento consisteva nel creare un movimento fittizio, “L’onda” appunto, dotarlo di simboli e gerarchie, per spiegare agli studenti il nascere dei totalitarismi. Nel romanzo finisce malissimo, col professore che diventa un leader incontrastato, ma la serie tv invece ha un approccio differente.
Sebbene gli autori si siano ispirati al libro sembra che abbiano deciso di distaccarsene. Infatti la leadership di Tristan è tutt’altro che monolitica, contrastata sia da Lea sia da Zazie. “L’onda” della serie tv è più un movimento di stampo anarchico.
Evoluzione e giudizio complessivo
Purtroppo la serie risulta un po’ superficiale al pubblico adulto, mentre forse per gli adolescenti sarà convincente.
I protagonisti, infatti, si evolvono lungo una direzione prevedibile e forse troppo bidimensionale.
Se Tristan ha come fine la vendetta, Lea rimane ancora legata a un ideale di giustizia sociale ma in mezzo non ci sono sfumature di sorta.
Di sicuro però la serie ha due pregi indiscutibili.
Da un lato rappresenta quei ragazzi che si interessano al mondo circostante e non vivono in gabbie dorate, dall’altra mostra come il mondo virtuale e social possa essere usato per comunicare un messaggio e raccogliere delle persone attorno a un ideale.
In conclusione L’onda siamo noi è una serie da vedere senza pretendere un’analisi approfondita ma lasciandosi trasportare dall’emozione.
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