La “sindrome millennial” ha invaso il Parlamento

30 Gennaio 2022
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Conferme.

Che in Italia sia sempre più difficile andare in pensione è un fatto noto, certo è che nessuno si aspettava che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in persona diventasse l’emblema del futuro che attende milioni di italiani. Per millennial e gen Z le cose sono ancora più incerte visto che sono relativamente “nuovi” nel mondo del lavoro e che per loro la pensione è ancora un miraggio.

I grandi elettori hanno scelto la continuità di Mattarella per non smovere le acque. Ci sono volute otto votazioni – abbastanza nella media rispetto al passato – per scegliere che era meglio non scegliere. Che comunque, va detto, è una scelta. Senatori, deputati e delegati delle Regioni, cappeggiati dai segretari di partito, hanno dimostrato di essere afflitti dalla “sindrome millennial” dell’indecisione.

Mattarella è il frutto dell’indecisione dei partiti

Certo, è vero che più o meno a turno ciascuno di loro ha proposto una rosa di nomi. Ma è altrettanto vero che quasi sempre, come dimostrato dagli scrutini andati a vuoto, l’obiettivo reale era quello di “bruciare” quei nomi stessi e non quello di farli eleggere. Favorire lo stallo per non cambiare nulla. Come i più classici degli indecisi davanti ai dubbi che, pur di non scegliere, si riempiono la testa di opzioni a, b, c e z. Per poi provarle tutte e tornare indietro. E lo sappiamo bene noi millennial.

Il “nuovo” Presidente della Repubblica è dunque Sergio Mattarella. Lo stesso ottantenne che aveva già trovato una casa alternativa al Quirinale a Roma e che si era espresso in tutti i modi possibili per dire di non voler essere rieletto. Povero Mattarella, che alla fine ha dovuto assecondare le insicurezze e le incapacità di dialogo dei partitini italiani.

L’uomo Sergio Mattarella merita il riposo

È naturale allora che il discorso di “rito”, una volta ricevuta la notizia ufficiale, sia scevro di qualsiasi tipo di esultanza. Anzi, il Presidente rieletto, dice chiaramente che le sue considerazioni e prospettive personali erano differenti. Poi per carità, è un uomo al servizio delle istituzioni e degli italiani e viste le condizioni – non solo quelle sanitarie e economiche che ben descrive ma anche e soprattutto quelle politiche – non si sottrae al dovere a cui è stato chiamato.

«Ringrazio – dice Mattarella – i presidenti della Camera e del Senato per la loro comunicazione. Desidero ringraziare i parlamentari e i delegati delle Regioni per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi per l’elezione alla Presidenza della Repubblica, nel corso della grave emergenza che stiamo tuttora attraversando sul versante sanitario, su quello economico e su quello sociale richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati, e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini».

Il miglior augurio possibile da fare a Mattarella in questo momento non è tanto il classico «buon lavoro». Non ce la sentiamo e poi ha dimostrato in 7 anni di saperlo fare bene. L’augurio vero è quello che presto possa arrivare il tanto agognato riposo. A 80 anni, ci sembra non solo necessario, ma anche una sacrosanta e inviolabile libertà per qualsiasi essere umano, figuriamoci per un Presidente della Repubblica Italiana.

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