“Diventare grandi tra Lucio Dalla e le tasse condominiali”. La Miranda scrive
Quanto costa diventare grandi a noi millennial?
Dicono che arrivi a un certo punto della vita in cui sei costretto a crescere. Dicono che non te ne accorgi che è un passo quasi volontario. Lo fai inconsciamente. Dicono.
Ho pensato molto a questa cosa, mi sono chiesta spesso quale sarebbe stato l’esatto momento in cui avrei capito di esser diventata grande. Ecco, io l’ho capito qualche settimana fa.
Vi ricordate quelle famose Marti, Caro e Bea? Le mie amiche trentenni single, quelle che per i soprannomi a voi potrebbero sembrare delle degne protagoniste di un libro di Federico Moccia? Noi abbiamo un gruppo WhatsAapp che si chiama: LE (DISIL)Luise.
Adesso vi racconto la storia del nome perché devo pur trovare un modo per allungare questo articoletto stile bloghettino dato che sono di nuovo in quella fase alla “ma non so di cosa scrivere”.
Una Panda azzurro puffo, l’estate e il cinghiale
Torniamo a noi.
Il nome del gruppo è nato la scorsa estate durante uno dei nostri viaggi improvvisati, sì perché durante la nostra prima estate covid noi ovviamente non avevamo organizzato nulla. Un po’ perché siamo delle disorganizzate croniche, un po’ perché i soldi ai tempi scarseggiavano, il risultato è stato che a fine luglio non sapevamo cosa fare. Così abbiamo deciso di passare agosto a viaggiare tra Cervo (Liguria), Grosseto, l’Argentario, l’Isola del Giglio e Ponte di Legno.
Ma lo sapete in che modo ci siamo sparate migliaia di chilometri in Italia? Ebbene sì, con una pandina azzurro puffo senza aria condizionata, senza radio, in quattro con otto valige. La Panda era la vecchia macchina della nonna della Caro che ha passato alle nipoti.
Quella macchina ci ha accompagnato per settimane, ha sfidato il caldo, la salsedine, le salite, autostrade e docce improvvisate in mezzo alla strada per regalarci una delle estati più belle.
Una sera eravamo in Toscana in un paesino chiamato Massa Marittima, una di quella chicche di posti che vedi solo nell’entroterra toscano. Ci stavamo preparando a una di quelle mangiate a 15 euro con tre antipasti, tre primi e due secondi con tantissimo ragù di cinghiale. Arrivate nel posto, complice un tramonto meraviglioso, guardando la nostra pandina preferita l’abbiamo soprannominata La Luisa.
Di conseguenza noi siamo diventate Le Luise.
Il DISIL l’abbiamo aggiunto tempo dopo a causa di tutte le nostre relazioni andate male, gli appuntamenti scadenti, gli uomini poco interessanti incontrati e le delusioni degli altri a cui abbiamo assistito. Perché sì, siamo delle Luise ma siamo anche molto disilluse dall’amore.
Le tasse condominiali sono state inventate per farti diventare grande
Tutto questo preambolo per dire che all’interno di quel gruppo parliamo di tutto, lo usiamo per organizzare le uscite, per i viaggi, per parlare di scoop, di tradimenti, di notti folli e di appuntamenti andati malissimo. In sintesi parliamo di un sacco di cavolate molto divertenti.
Ma, l’altro giorno la chat è partita con un messaggio sulle tasse condominiali. Abbiamo parlato per venti minuti di quante tasse bisogna pagare, come rateizzarle, dei condomini inadempienti ecc ecc. In quel momento mi è sembrato tutto normale, solita chat, soliti messaggi delle 8 del mattino. Più tardi nel pomeriggio ho realizzato quello che era successo e mi è nata spontanea una domanda: come siamo passate dal parlare di Blanchito Bebe Michelangelo alle tasse condominiali da pagare?
Quando è successo che siamo diventate grandi e responsabili? Ma soprattutto perché?
Insomma è vero che abbiamo trent’anni e quindi anagraficamente siamo grandi e mature, ma di solito diciamo in giro che ne abbiamo diciannove di mente. E invece un messaggio, delle tasse, l’acquisto di una casa ti ricordano immediatamente che non siamo più ragazzine. Siamo delle donne, fatte e finite.
“Anna come siamo tante” disilluse dal futuro.
Lucio Dalla cantava “Anna come sono tante”, ed è vero perché lo siamo tutte. Disilluse dal futuro, annoiate dal presente e sempre alla ricerca di qualcosa ma se ci chiedi cosa cerchiamo non sappiamo risponderti. Ci sentiamo incomplete, senza un obiettivo preciso, arranchiamo tra serate a ballare e cene con le amiche.
Ogni tanto prendiamo la macchina e partiamo alla ricerca di qualche ora di libertà convinte che quella nostra fuga giornaliera ci permetterà di affrontare meglio la settimana. Cerchiamo case da comprare, case in affitto perché quella voglia di indipendenza si fa sempre più forte dentro di noi.
Ci vogliamo staccare dalle regole della società, ci piace pensare che noi siamo complete anche senza un uomo al fianco. Spostiamo scatoloni da sole, facciamo traslochi da sole e cuciniamo per uno. Andiamo ai concerti, beviamo birrette e fumiamo tante sigarette, cambiamo le lampadine, apriamo bottiglie di vino e andiamo in vacanza per contro nostro.
Ma sai caro Lucio, in realtà ci manca sempre qualcosa: il nostro “Marco cuore in allarme”. Per alcune è un uomo in carne e ossa, per altre invece è la voglia di trovare la propria felicità, di sentirsi complete. Per altre ancora (per noi) è l’eterna voglia di non diventare mai grandi, di rimanere eterne ragazzine. Abbiamo la famosa sindrome di Peter Pan.
Millennial di oggi, domani diventeranno grandi?
Ed eccola qua la pura e semplice verità su di noi, millennial Anna di oggi: arranchiamo costantemente perché cerchiamo il nostro posto nel mondo. La verità mio caro Lucio è che tu ci hai sempre preso, in tutto quello che hai scritto ed io non posso fare a meno di sentirmi Anna, Henna e anche Futura.
E come dicono i miei amici Pinguini: «Si sopravvive a tutto ascoltando Lucio Dalla».
Anche alle tasse condominiali.
Alla prossima puntata per scoprire se abbiamo rateizzato le tasse o no.
La Miranda.
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