Attrice nuda protesta per cinema e teatri chiusi: il covid ha ucciso la cultura?
Il coronavirus ha ucciso la cultura teatrale e cinematografica? Beh, non letteralmente ma quasi.
Contro la chiusura di teatri e cinema fa notizia la protesta dell’attrice francese Corinne Masiero, che durante i premi César si è spogliata sul palco. “No culture, no future” la scritta che campeggiava su seno e ventre nudi di Corinne. E sulla schiena “Ridateci l’arte!, Jean!”, interpellando direttamente il ministro responsabile, Jean Castex.
Attrice nuda in Francia per i teatri chiusi: video
“No culture, no future.”
L’intervention (dé)culottée de Corinne Masiero en soutien aux intermittents. #César2021 pic.twitter.com/Uhd8ibEfgj
— CANAL+ (@canalplus) March 12, 2021
In Francia, dove si protesta anche occupando i teatri chiusi, ci si spoglia. In Italia non si occupa e i vestiti restano tutti addosso, nonostante l’ennesimo rinvio. Sì, perché dopo il Decreto legge del 12 marzo 2021, l’apertura dei teatri – programmata per fine mese – è saltata ancora. In attesta che si calmino le acque e si torni almeno di nuovo alla zona gialla “generale”.
Il mondo dello spettacolo sta attraversando uno dei peggiori momenti economici degli ultimi anni. In Italia non si produce e non si lavora da quando il 25 ottobre 2020, per contenere il coronavirus, l’allora premier Giuseppe Conte aveva richiuso i teatri. Anche se secondo i dati dell’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo, che aveva monitorato la situazione, su 347.262 spettatori in 2.782 spettacoli osservati nel periodo dal giorno della riapertura dopo l’isolamento – 15 giugno – a inizio ottobre, si era registrato un solo caso di contagio da covid.
Chiusure che mandano in crisi il settore anche se gli incassi a botteghino erano aumentati dell’11,19% proprio prima del covid, come raccontato da Truenumbers. Nel 2019 la SIAE aveva registrato 3.406.958 eventi tra spettacoli lirici, teatrali, concertistici, di balletto, circensi e cinematografici.
Quanto vale la cultura in Italia?
La cultura dà da mangiare a molte persone in Italia. Per quanto riguarda il numero degli occupati di questo settore, il rapporto 2019 di Unioncamere e Fondazione Symbola, stimava un totale di 959 mila lavoratori, pari al 3,8% sul totale dell’economia in Italia, ai quali andavano aggiunti i lavoratori occasionali che orbitano da sempre attorno al mondo dello spettacolo.
Secondo lo stesso studio al Sistema produttivo culturale e creativo, nel 2018 ha fatto da solo il 6,1% del valore aggiunto italiano, oltre 95,8 miliardi di euro. Inoltre, considerando anche l’effetto positivo che il settore esercita sulle altre attività economiche, per esempio sul turismo e i trasporti, si stimava un valore che toccava addirittura 265,4 miliardi di euro prodotti dall’intera filiera culturale, il 16,9% del valore aggiunto nazionale.
Poi è arrivata la pandemia e i numeri si sono azzerati. Il covid, ormai è chiaro, ha massacrato anche il settore culturale. Resta però un forte dubbio, come ricordava la scritta sul seno di Corinne Masiero, uccidendo la cultura non si sta anche eliminando il futuro di intere generazioni?
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