Tra Via Emilia e blue jeans, Marco Ligabue racconta ai millennial il rock emiliano. L’intervista

26 Novembre 2020
2421 Visualizzazioni

Compiere 50 anni e desiderare di farsi un regalo speciale è abbastanza consueto, ma quando il regalo che ti fai è una raccolta dei tuoi più grandi successi allora significa che quel mezzo secolo è davvero speciale.

Marco Ligabue esce con un best proprio con lo scoccare dei suoi primi 50 anni e noi di TheMillennial siamo andati a conoscerlo e abbiamo scoperto un vero figlio della Via Emilia con un cuore grande così e tantissima voglia di raccontare e raccontarsi con la semplicità e la spontaneità di chi è rock per davvero.

 

I testi delle tue canzoni sono diretti, evocativi ed entrano nel cuore della gente, quando hai deciso di iniziare a metterti in gioco in prima persona?

Mah! Guarda, io nasco come chitarrista e come tanti ho iniziato con un gruppo nei locali del Reggiano. Ricordo che facevamo musica gogliardica e ci chiamavamo Little Taver e poi, pian piano, sono passato ai Rio. Eravamo una band che faceva musica inedita, ma non ho mai voluto mettermi in primo piano e amavo restare un po’ dietro proprio come chitarrista… Poi un bel giorno ho voluto provarci perché sentivo il desiderio di raccontarmi e di raccontare in prima persona. Ed eccomi qui. Un poco più che emergente che ha iniziato la sua carriera a 40 anni (sorride, ndr).

 

E come mai questa ritrosia Marco?

Bah! Soprattutto per timidezza. Non ho mai amato mettermi in mostra, e poi anche per il cognome che porto. Sai, non mi andava venisse fuori l’idea che avendo Luciano come fratello si pensasse volessi cavalcare quell’onda lì.

 

È inevitabile, a questo punto, chiederti come hai vissuto e come vivi il tuo cognome che è così importante oggi nel mondo della musica.

Non ci crederai, ma non è assolutamente un problema per me e, anzi, per dirla tutta non mi importa molto. Amo tutto ciò che arriva dalla mia famiglia e non ultimo c’è il fatto che io e Luciano abbiamo un ottimo rapporto. Il suo successo non può che farmi piacere e, bada bene, non lo dico per comodità, ma è la realtà e chi mi conosce lo sa bene.

 

Veniamo allora a “Tra Via Emilia e blue jeans”, il tuo nuovo singolo che da anche il titolo alla raccolta che fa un po’ il punto sui tuoi primi 50 anni… Una canzone che racconta di immagini, di ricordi, di concerti visti. Hai voluto raccontare la tua vita in un paesino emiliano?

Beh! Sì. Nonostante la mia vita artistica da solista sia relativamente giovane ho già avuto la fortuna di poter scrivere tanto, suonare tantissimo (oltre 600 concerti nelle piazze di tutt’Italia ndr) e ho voluto mettere un punto fermo in questo mio cinquantesimo anno di vita con una canzone che mi raccontasse sin da quei giorni dove, a dire il vero, mi sono poi formato come uomo prima e artista poi.

 

In “Tra Via Emilia e blue jeans” ci sono riferimenti a un concerto degli U2, c’è un richiamo a “Balliamo sul mondo” di tuo fratello, insomma, sin da quei giorni là la musica era parte di te, vero?

Ah certo che sì… Il brivido di un evento così importante come un live di Bono & C. non può che lasciare il segno in un ragazzino e il botto che fece Luciano con quella canzone cambiò letteralmente la vita un po’ di tutta la famiglia. Ma anche quella di un paesino come Correggio il quale, all’improvviso, si trovò al centro del mondo! (ride ndr). Ecco, in “Tra via Emilia e blue jeans” racconto un po’ tutto questo. E proprio questa storia racchiusa in 3 minuti di canzone rappresenta ciò che ero e ciò che sono oggi.

 

Tra le tue note biografiche viene citata tua figlia Viola, come vivi il tuo esser papà dovendo dividere questo ruolo tra figlia e date e lavoro?

Indubbiamente la mia attività non mi consente di essere presente, a livello fisico, come magari vorrei. Però sia io che Viola abbiamo imparato a esserci l’uno per l’altra in maniera intensa e tostissima quando siamo assieme. E, pensa, quando è con me tra leggere, ascoltare musica e raccontarci le nostre cose, ci dimentichiamo pure di guardare lo smartphone, cosa quasi incredibile al giorno d’oggi no?

 

Prima di quest’emergenza che ha reso diversa la vita di noi tutti, hai fatto qualcosa come oltre 600 concerti nelle piazze. Ecco, la piazza, come la vivi quando suoni?

Ti dirò che è una delle location che adoro di più per suonare. Magari molti la snobbano. Magari si pensa che sia riduttivo suonare in posti così. E invece io trovo splendido vedermi la gente lì a due passi. Vedere come tanti che non ti conoscevano ti raccontino di come la tua musica sia stata una scoperta… Insomma, è la mia dimensione della quale, poi, ora debbo fare per forza a meno come tutti e non immagini quanto mi manca!

 

Veniamo a questo momento così surreale e complesso, proprio durante il lockdown hai tenuto vive le tue pagine social come pochi, come vivi la rete visto che in molti casi viene demonizzata da parte dei tuoi colleghi?

Non sto qui a sindacare sul fatto che possa danneggiare o no il mio lavoro, ma il fenomeno rete e social esiste, fa parte del nostro quotidiano. Nel bene e nel male. Quindi io credo sia importante capirla, sfruttarne i lati positivi e far sì che proprio questo mezzo possa diventare un modo per avvicinare chi mi segue. E, credimi, in giornate come queste dove si parla di distanziamenti vari è fondamentale restare vicini in qualche modo.

 

Tra le bonus track del tuo ultimo album troviamo anche un’anteprima di un audiobook dove tu, in prima persona, ti racconti, ma come è venuta l’idea di un libro e, anzi, di un audiolibro?

È colpa del lockdown! Mi ritrovavo a metter giù ricordi, pensieri e così, quasi per caso, è saltato fuori un libro che è piaciuto tantissimo all’editore al quale lo ho fatto leggere e proprio da qui nasce anche l’idea di un audiolibro. Perché, sai, di mio già faccio uso di questo tipo di supporto (in macchina durante i viaggi spesso leggo in audio) e quindi perché non cimentarmi anche in questo?

 

E quando farai uscire questa nuova chicca?

L’uscita è prevista per l’inizio del 2021, ma avevo voglia di regalarne un trailer, diciamo così, alle persone che mi seguono.

 

A questo punto non ci resta che sperare di rivederci presto in una piazza e per ora ci facciamo un bel viaggio “Tra Via Emilia e blue jeans” no?

Assolutamente sì, allacciamoci le cinture e si va!

Tra Via Emilia e blue jeans di Marco Ligabue: video

Leggi anche:

Exit mobile version