Restiamo in casa, l’amore è anche fatto di niente cantava il cantautore italiano Colapesce, pseudonimo di Lorenzo Urciullo. Al tempo del coronavirus riscopriamo il testo Restiamo in casa (2012) che ci spiega come affrontare questi giorni difficili.
“Come rubini incastrati quassù al terzo piano” canta nelle prime strofe della canzone.
Ed incastrati è la parola che rispecchia al meglio questi giorni di quarantena. Siamo incastrati nelle nostre abitazioni. Incastrati in luoghi che prima vedevamo come un rifugio, dopo un martedì sera di lavoro intenso. Nel posto dove preferivamo passare le nostre domeniche, a riposo su un divano. Dove passavamo i sabato sera a mangiare una pizza con gli amici.
Restiamo in casa, nella stessa che, dopo averla vista per la prima volta, ci ha fatto pensare: “E’ questa” ,“qui ci voglio rimanere”, “la sento già mia”.
Ma adesso siamo obbligati a rimanere dentro, rinchiusi. Ed il nostro nido rischia di trasformarsi giorno per giorno in una prigione, fisica… ma soprattuto mentale.
Come vivere in quarantena secondo Colapesce
Oggi, per affrontare la quarantena, la nostra casa diventa più importante che mai. Più c’è spazio, più la mente respira.
Se c’è un balcone, siamo fortunati, perchè possiamo avere un contatto con l’esterno, se c’è un giardino possiamo camminare coi piedi nudi appoggiati sull’erba. Piccoli dettagli, che solo oggi, ci fanno sentire privilegiati.
Mentre i giorni passano e sono sempre uguali, scanditi da una routine di camminate in cucina, camera da letto, e bagno. Finisce la giornata ma non siamo ancora stanchi, vogliamo muoverci.
“Esco in balcone e m’intasco un respiro profondo” dice il testo di Restiamo in casa. E in quel respiro cerchiamo di portare dentro di noi un po’ di forza dal mondo esterno, dell’ossigeno per andare avanti, linfa per la nostra mente.
Ma chi vive in un monolocale a Milano, con solo qualche finestra come fa?
Ho vissuto due anni in una mansarda tra le vie di Porta Romana, con quattro finestre sul soffitto che davano su altri tetti, e penso, se fossi ancora lì? Immaginarlo mi fa provare paura. Nessuno si è scelto una casa pensando di dover rimanere chiuso dentro per mesi.
“Ancora spento intravedo le strade”. Che in questi giorni sono vuote e silenziose. Affacciate alla loro finestre le signore guardano fuori, preoccupate, ma al sicuro.
Perchè bisogna Restare in casa, dicono al tg, nel nostro rifugio che ci proteggerà dal mondo esterno dominato da un mostro invisibile. Ma non è scontato stare bene, ora che dobbiamo fare i conti con noi stessi chiusi dentro quattro mura domestiche.
Il significato del testo Restiamo in casa
Nel testo della canzone Restiamo in casa, l’atmosfera è trasognata, il protagonista cammina nel suo appartamento immaginandosi un astronauta. Proprio come noi mentre aspettiamo, nella nostra navicella domestica, la fine di questo viaggio. Guardiamo il soffitto ed il nostro letto gira, mentre passa un altro giorno che ci porterà più vicini alla meta… “Ma arriveranno presto, si prenderanno anche il silenzio”. Arriveranno le buone notizie, arriverà il giorno in cui ci faranno uscire, romperanno il silenzio che sta diventando il padrone di questi giorni.
L’amore è anche fatto di niente. Ed è proprio al niente che dobbiamo aggrapparci per stare meglio. La caffetteria che fischia, coordinandosi al fischio di un treno, è la proiezione del mondo esterno nelle nostre case, da cui dobbiamo trarre forza. La marmellata spalmata su una fetta di pane è l’arma migliore per combattere la guerra di una giornata statica. Per bloccare un flusso di pensieri negativi, per trovare della bellezza nella semplice quotidianità. Respiriamo energia vitale da un mazzo di fiori in cucina, dalla comodità di un cuscino, da un raggio di sole che entra dalla finestra. Da quel quadro che abbiamo comprato in cui si vede il mare. Lo abbiamo scelto per arredare il nostro rifugio, che ora più di prima, deve trasformarsi nello specchio della nostra interiorità. Prendiamocene cura. Restiamo in casa, anche se è non è così facile.
Restiamo in casa testo – Colapesce
Restiamo in casa l’amore è anche fatto di niente
Prendo il telefono e infine compro i coltelli
Come rubini incastrati quassù al terzo piano
Ma quanta luce i tuoi occhi
Sento tremare i ginocchi
Esco in balcone e m’intasco un respiro profondo
Ancora spento intravedo le strade
Fischio di treno si coordina la caffettiera
La marmellata mi sembra
L’arma migliore di guerra
Arriveranno presto
Arriveranno presto
Si prenderanno anche il silenzio
Arriveranno presto
Arriveranno presto
Si prenderanno anche il silenzio
Ci nascondiamo dai fari quassù al terzo piano
Un astronauta, cammino per casa
Invado il divano l’amore è anche fatto di niente
Ma quanta luce i tuoi occhi
Sento bruciare dei fogli
Arriveranno presto
Arriveranno presto
Si prenderanno anche il silenzio
Arriveranno presto
Arriveranno presto
Si prenderanno anche il silenzio.
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