Chi si ricorda Polyvore? Ecco come si è evoluto il virtual styling

15 Settembre 2023
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Polyvore non esiste più, ma senza Polyvore non ci sarebbe il virtual styling. Nato per accogliere le ispirazioni e i sogni della generazione Millennial, Polyvore si è trasformato molto presto in laboratorio di stile digitale a 360°. Lì si potevano creare look, ci si poteva confrontare e oggi, quel laboratorio, ha dato vita a un nuovo mondo.

Il virtual styling senza Polyvore non esisterebbe, questo ormai è chiaro. Il social del fashion, nato nell’ormai lontano 2007, ha accompagnato l’intera Generazione Millennial in un mondo in cui moda e ispirazione erano all’ordine del giorno, ma di fatto erano un “gioco”. Su Polyvore si creavano outfit, situazioni di stile e si agghindava ogni look con i giusti accessori. Ci si poteva anche confrontare, soprattutto confrontare, con tutte le persone iscritte: consigli, scambi di parole, accoglienza da ogni lato erano i tratti distintivi del social. C’erano più di 20mila persone iscritte a Polyvore e c’eravamo anche noi.

La nostalgia ha dato i suoi frutti: dopo Polyvore il virtual styling è diventato essenziale

L’era dello sfondo bianco riempito da capi, accessori, gioielli e scenari  si è conclusa e sebbene Polyvore non esista più, l’idea che ha lanciato è rimasta nel tempo. È proprio grazie a piattaforme come quest’ultima e come Stardoll (ve la ricordate, vero?) che il virtual styling si è confermato un elemento essenziale nel campo della moda.

Polyvore è forse uno dei primi esempi in cui lo stile (e lo styling) si sono trasposti online e, dunque, si sono digitalizzati. Il fenomeno si è evoluto e persone che hanno iniziato proprio con Polyvore oggi lavorano nel settore del virtual styling e ne traggono anche un grande profitto. Pensiamo ad account seguitissimi su Instagram: @stylebyirina, @stylebybarbaragiuffre, @stylebysanne_ , @ildiariodellamoda (unico profilo italiano tra quelli citati) e tanti, tantissimi altri, lavorano quotidianamente su IG mostrando esempi di outfit, nuove ispirazioni e sponsorizzando determinati brand e collezioni.

Il lavoro può apparire semplice, ma non lo è: il virtual styling deve sempre tenere conto delle tendenze del momento, deve conoscere la moda in modo trasversale e deve seguire i maggiori trend in fatto di generazioni. Come si vestono i Millennial? Come la Gen Z? Quali sono i capi must have da sfoggiare in autunno? E quelli da sfoggiare in estate?

Insomma, il virtual styling va alla grande, anche se in Italia il fenomeno non è esploso come ha fatto all’estero.

Oggi come funziona il virtual styling? Ecco alcuni siti su cui potere lavorare

L’idea di potersi immergere nelle sensazioni che Polyvore ci aveva regalato è entusiasmante. Anche per chi non è del settore, ma ha amato giocare sul sito, sapere che oggi ce ne sono tanti altri a offrire lo stesso meccanismo rincuora. Se poi il virtual styling è il vostro obiettivo professionale, l’entusiasmo sarà maggiore.

ShopLook, FashMates, UrStyle e TrendMe sono i principali siti su cui fare affidamento per la creazione di fashion look ad hoc. Le dinamiche sono essenzialmente le stesse e le possibilità sono numerosissime: l’eredità di Polyvore continua a vivere ancora oggi, a distanza di sedici anni.

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