Il grande Festival Burning Man in mezzo al fango. Ora anche la generazione dei millennial ha la sua epopea festivaliera da celebrare nelle intemperie, un po’ come a Woodstock
Piogge e tempeste nel deserto di Black Rock, dove si tiene il Burning Man, hanno costretto gli organizzatori a vietare la partecipazione a 73.000 millennial e genZer perché le «condizioni fangose avrebbero creato insidie sulle strade verso l’evento» scrive Reno Gazette.
Dal canto suo, Burning Man ha pubblicato su X l’appello ai partecipanti a «rintanarsi» in tenda e rimanere nei campeggi perché «qui il parco è un inferno di fango».
Messaggi apocalittici: gli organizzatori hanno raccomandato ai partecipanti di «conservare cibo e acqua, e stare sempre al ripararo e al caldo».
Da sabato 2 settembre mattina, i cancelli per entrare o uscire dal Burning Man e dall’aeroporto locale sono chiusi. Sono rimasti bloccati perfino i milionari della Silicon Valley, arrivati con i jet privati alla festa nel deserto.
Soltanto pochi fortunati Starlinker, quelli con l’internet satellitare (senza Starlink nessuna connessione durante l’evento), hanno documentato il pasticcio.
Beh, ma per forza, la colpa è della crisi climatica, ovvio
Mentre il maltempo ancora imperversa il responsabile è stato individuato immediatamente: l’uomo che ha portato il pianeta all’ebollizione. Sarà, ma intanto il Servizio Meteorologico Nazionale ha previsto che il cielo potrebbe non schiarirsi fino a alla fine dell’evento.
I partecipanti più attivi nelle proteste avranno ora un motivo in più per cazziare l’umanità inquinante. Anche se, davanti al casino dei bagni chimici intasati e rimasti senza manutenzione, qualcuno ha capito che forse anche queste kermesse impattano sul pianeta. E il paragone è corso subito alla sfortunata festa del 2017 alle Bahamas, il famigerato Fyre Festival.
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