Il 77% degli utenti di Hinge attribuisce grande importanza al “DBL” – Digital Body Language, che può essere rivelatore delle intenzioni di un match. Per il 69% è un fattore chiave per decidere se uscire con qualcuno o meno
La gen Z si sta affermando come la più incline a cambiare i paradigmi prestabiliti. Essendo la prima generazione completamente digitale, ha ad esempio una nuova prospettiva e una nuova modalità di dialogo anche nelle relazioni sentimentali, che spesso iniziano online e presuppongono quindi nuovi elementi comunicativi. Mentre in passato durante la frequentazione il linguaggio del corpo, ovvero la comunicazione non verbale attraverso i gesti e i movimenti, era essenziale, oggi molti incontri iniziano nel mondo digitale. E questo significa, per chi è alla ricerca di un* partner, padroneggiare quello che Hinge, l’app di dating pensata per essere cancellata, chiama DBL, il linguaggio del corpo digitale.
Una lingua particolarmente importante per parlare con la Gen Z, che è ancora più *online* rispetto ai millennial (i giovani in questa fascia d’età hanno il 33% di probabilità in più rispetto ai “colleghi” millennial di affermare che si sentono più a loro agio a chattare con un* potenziale partner online che non di persona). Questi sono alcuni dei risultati del Gen Z DATE (Data, Advice, Trend, Expertise) Report di Hinge, che ha raccolto le risposte di 15.000 utenti a livello globale per scoprire di più sulla Generazione Z e la ricerca dell’amore.
Linguaggio digitale del corpo: troppo entusiasti o distaccati?
Che cos’è esattamente il linguaggio del corpo digitale? Anche in questo caso si tratta di un elemento non verbale, cioè del sottotesto. Sono le emoji, la punteggiatura, la lunghezza dei messaggi e il tempo di risposta. Ovvero, tutti indizi sottili che suggeriscono che una persona è interessata oppure no. Il linguaggio del corpo digitale, però, non sempre è facile da interpretare. Più della metà degli utenti, infatti, dichiara di aver passato del tempo a chiedersi se un* partner fosse effettivamente interessat* e il 56% ha dichiarato di aver eccessivamente analizzato il DBL di qualcun*.
In particolare, poi, gli utenti della Gen Z, anche se dichiarano di voler trovare l’amore (90%), sono ancora inclini a mantenere un approccio “distaccato” nelle loro abitudini di comunicazione online. Infatti, hanno il 50% di probabilità in più rispetto ai millennial di rimandare la risposta a un match per non sembrare troppo ansiosi o impazienti.
D’altra parte, il feedback della community di Hinge dice che non bisogna preoccuparsi di messaggiare troppo spesso con qualcun*. Solo il 13% degli utenti, infatti, sostiene che il double texting gli provochi il cosiddetto “ick”, cioè la sensazione di “fastidio” che si prova in un contesto sentimentale quando qualcuno fa qualcosa che mette a disagio l’altr*.
Secondo 8 utenti di Hinge su 10 il DBL rivela le intenzioni di un* match
Il linguaggio del corpo digitale è un aspetto molto importante in fase di dating, infatti il 77% degli utenti su Hinge ha sottolineato che può rivelare molto sulle intenzioni di un* potenziale partner. Ma quali sono i segnali del linguaggio del corpo digitale che i dater tengono d’occhio? I segnali più popolari sono chi inizia la conversazione e la coerenza del messaggio inviato (76% a pari merito). Seguono il tempo di risposta (68%), il tono del messaggio (66%), la lunghezza del messaggio (33%) e le emoji utilizzate (11%).
Considerando che il 69% degli utenti analizza il linguaggio del corpo digitale per determinare se vuole fare il passo successivo e uscire con un* partner, è chiaro quindi che essere più reattivi ed evitare di lasciare una conversazione in sospeso è importante nella ricerca dell’amore.
4 consigli per utilizzare il DBL di Logan Ury, Director of Relationship Science di Hinge:
Non date per scontato che un mancato messaggio indichi anche mancanza di interesse. Certo, può essere un segno di ciò che qualcuno prova per voi, ma non è sempre così. Prestate invece attenzione alle azioni e alle intenzioni che si celano dietro le parole.
Chiarite le aspettative fin dall’inizio. Se vi piace messaggiare, non abbiate paura di chiedere al* vostr* match con quale frequenza desidera tenersi in contatto tra un appuntamento e l’altro. Se invece non vi piace mandare messaggi, consigliate al* potenziale partner di non interpretare troppo il vostro modo di scrivere.
Se vi piacerebbe sentire più spesso il match, provate a mettere in atto un “rinforzo” positivo. Quando qualcun* vi manda un messaggio, fate sapere quanto vi ha fatto a piacere riceverlo.
Less is more. Fate capire che avete colto il fatto che la persona con cui vi state frequentando non ama inviare messaggi, ma che apprezzereste di sentirla anche in breve, ad esempio con un messaggio con scritto “ti penso” o un meme che gli ricorda voi, anche solo per farvi sentire che siete nei suoi pensieri.