Tempus fugit? Per i millennial l’età, il tempo che passa, si misura come la velocità dei download. E, santiddio, è sempre più veloce!
La paura del trascorrere del tempo è vissuta dagli Y peggio della generazione X, ovvero i 40enni, 50enni, 60enni e anche 70enni reagiscono meglio ai compleanni. Ma perché?
Lo rivela una ricerca condotta dal McCann Worldgroup appena presentata a Milano per “convincere” le aziende a cambiare strategie di marketing: dopo la fluidità di genere, anche l’età è diventata meno rilevante per identificare e descrivere una persona. Quindi basta con le comunicazioni per target d’età specifici, gli anziani non vogliono essere trattati da anziani stereotipati, quindi noiosi e un po’ imbranati. E i giovani non devono essere mostrati come sbandati, senza obiettivi nella vita.
La paura di essere dimenticati dopo la morte
“Ehi sorcini, non dimenticatemi ehhhhh”, grida Renato Zero ai suoi concerti. E dev’essere un bel visionario se i dati più curiosi emersi dalla ricerca sono due: mentre gli over 60 pensano non sia mai troppo tardi per innamorarsi e organizzare un appuntamento romantico (evviva, possiamo continuare tutta la vita con le nostre relazioni a scadenza), i millennial età 20 e più, hanno paura di morire da soli e di essere dimenticati dopo la morte, pensiero che non sfiora le generazioni più agée, mentre i 30enni temono più che altro l’invecchiamento.
Un millennial vecchio, ma vecchio, ma vecchio a dei livelli insopportabili
Interessante poi è la percezione di sé. La ricerca è stata condotta su un campione di oltre 24mila persone in 30 Paesi del mondo. Chiedendo al campione di definire su una scala da 1 a 10 – dove 1 è il minimo – quanto si sentisse vecchio, a livello globale è emerso che i 20enni si sentono vecchi a livello 4, dai 30 anni in su, tutti indicano 5 come livello. L’Italia è più ottimista e dai 30 ai 60 anni tutti indicano il proprio livello di anzianità 4. Cioè io mi sento vecchia quanto mia mamma e forse anche quanto mia nonna!
La legge della Age Milestone
Com’è successo? Quello che è cambiato sono quelle che nei paesi anglosassoni chiamano Age Milestone, i traguardi della vita come la laurea, l’uscita dalla casa dei genitori, il matrimonio, i figli. Oggi queste tappe sono meno definite, Giovanni Lanzarotti, Head of Strategic Planning di McCann ci ha spiegato come funziona: “i giovani entrano ed escono dall’età adulta a seconda di quello di cui hanno bisogno. Se serve sono adulti, altrimenti fanno un passo indietro e sono giovani”. Ci avete mai fatto caso? Quante volte succede di voler essere indipendenti e poi tornare all’ovile perché non sappiamo come gestire alcune cose della nostra vita?
Incertamente vecchi
Anche a questo c’è una spiegazione: l’incertezza della società. Sempre colpa sua. Ma è così: se per mia nonna l’incertezza dei tempi non è assolutamente un problema, per mia mamma lo è in parte, soprattutto se pensa a me. Per me… è una tragedia.
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