Alexa sta rovinando l’infanzia della generazione Alpha?
Che Alexa venga oggi usata in maniera formativa già dalla tenera età non è un segreto.
L’intelligenza artificiale sta cambiando il mondo per come lo conosciamo. Da mezzo ad uso delle sole nicchie di super scienziati, l’AI è passata ad essere tecnologia della quotidianità in ambito aziendale, casalingo e si sta diffondendo anche nel mondo dell’educazione. Tutti ci stiamo interfacciando, chi più chi meno, con la realtà dell’Artificial Intelligence (AI).
Appare dunque naturale domandarsi quale sia l’impatto cognitivo per le generazioni più giovani, e più nello specifico per tutti quei bambini nati dopo il 2011 (generazione Alpha) che vivono e frequentano ambienti dove la presenza di Alexa è sempre più rilevante.
Alexa babysitter
La generazione Alpha, di cui i più vecchi hanno oggi 10 anni, non hanno mai conosciuto un mondo senza smart device e senza Internet. Nel loro complesso, sono quelli più a loro agio con un touch pad in mano.
Questa generazione è la prima a nascere in mondo in cui le AI sono ormai dominanti. In particolare, i dispositivi domestici intelligenti come Alexa stanno iniziando a tenere conto dello sviluppo dei bambini e dei loro modi di consumare le informazioni.
La giornata di molti bambini inizia e finisce con Alexa. Si tratta del dispositivo più comprato del biennio 2020-2021 e viene usato dalle famiglie come canale informativo e ludico.
“Ascolta con Alexa” è solo una delle tante skill che permette allo smartspeaker di parlare con i bambini, di raccontare loro le favole della buonanotte e di motivarli durante il corso della giornata ricordando l’importanza dei pasti, dell’attività fisica, del gioco.
Tutto ciò riflette l’inizio di un cambiamento significativo nel modo in cui i bambini imparano e interagiscono con gli altri, comprese le loro famiglie.
«Gli smartspeaker stanno rovinando l’infanzia»
Il commento più sprezzante arriva appunto da tutti coloro che sono restii all’uso delle intelligenze artificiali e, più in larga parte, vedono nei bambini che usano la tecnologia l’inizio di un decadimento culturale e cognitivo.
Si potrebbe dibattere per ore su come e quanto l’infanzia dei nostri genitori sia stata diversa dalla nostra, e di quanto l’infanzia oggi sia radicalmente cambiata anche solo rispetto a pochi anni fa.
In realtà, se usati correttamente, questi dispositivi potrebbero consentire ai bambini di esercitare le abilità di interazione fin dalla tenera età e, ancora più importante, di esplorare i vari “comandi” per sviluppare una sempre maggiore capacità di apprendimento rapido.
Gli studi sull’infanzia e le intelligenze artificiali
Un sondaggio condotto da Giraffe Insights ha mostrato il numero crescente di bambini che consuma contenuti multimediali su schermi, fuori e dentro casa. Il 46% della generazione Alfa guarda i contenuti in viaggio, il 12% nei ristoranti, e il restante 42% ne fa invece un uso prettamente domestico.
«Alexa, mi aiuti a fare i compiti?»
Quando si tratta di interagire con i dispositivi di intelligenza artificiale, molti genitori devono farsi trovare pronti riguardo decisioni che fino a qui non erano nemmeno contemplate nell’immaginario comune. Alexa ha il potenziale per sostituire diverse interazioni chiave genitori-figli.
La pressoché infinita ricchezza di conoscenze rese disponibili dai dispositivi con intelligenza artificiale renderanno il tempo dei compiti un’esperienza completamente nuova e diversificata.
I bambini potrebbero non avere più bisogno di mamma e papà che gli aiutano con addizioni e compiti, domande complicate e problemi matematici. La verità è che Alexa ne sa molto più di noi e nel breve periodo potrebbe eliminare definitivamente la professione di “insegnante di ripetizioni“.
«Da quando c’è Alexa i bambini non giocano più»
La tragica realtà contro cui molti genitori stanno adesso sbattendo la faccia è invece un gap sociale in cui tanti sono già naufragati. L’intelligenza artificiale NON sta affatto sostituendo tutte le interazioni fra genitori e figli, ma aiutano l’adulto a tenere occupati i bambini. Naturalmente questo avrà un impatto sulle generazioni più giovani. Senza dubbio continueranno a fare affidamento sui loro dispositivi per l’intrattenimento.
Ma tutti quelli che giocavano a prendere a calci una lattina vuota, e adesso criticano i bambini per essere succubi di Youtube, non erano anche i primi ad essersi fiondati sul gameboy advance non appena era uscito?
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