Technology Pusher: siamo pronti per Edge Computing?

5 Ottobre 2021
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Che cos’è Edge Computing? Legata all’Internet of Things, l’Edge Computing aumenterà la potenza di elaborazione ovunque sia necessaria.

Andiamo con ordine. L’Edge Computing è l’elaborazione dei dati che avviene ai margini di una rete. Per usare una metafora da orologiai, il pendolo dell’informatica tende a spostare la potenza di elaborazione verso la periferia di una rete. L’Edge Computing lo tiene ancorato al centro. In sostanza, questa innovazione abilita applicazioni e funzioni fino a pochi mesi fa ritenute impensabili.

In principio c’era il mainframe, un grande e unico computer centrale a cui tutti gli operatori accedevano da tanti terminali diversi. Poi sono arrivati i personal computer, e i programmi hanno iniziato a essere seguiti personalmente da utilizzatori finali. Siamo poi arrivati ai sistemi cloud, che però presentavano diversi limiti quando era necessario trasferire grandi quantità di dati. Soprattutto se questi dati arrivavano dall’universo “Internet of Things“: parliamo quindi di flussi audio e video, che richiedono connessioni con un’elevata capacità e introducono spesso una latenza, cioè il tempo che passa dall’inizio della trasmissione dati all’arrivo della risposta.

Per questi motivi è stato introdotto il concetto di Edge Computing

Si tratta di una pre-elaborazione dei dati effettuata con le stesse tecnologie del cloud, ma in grado di dare risposte immediate e trasferire poi le informazioni in un set ridotto. Quindi è più corretto vedere l’Edge Computing come un concetto architetturale piuttosto che un insieme specifico di soluzioni.

Per farla semplice, l’Edge Computing non è l’architrave di una palazzina, ma una componente dei singoli mattoni che la costruiscono. L’Edge Computing è una forma di elaborazione che si estende oltre il territorio del data center. Le aziende dedicheranno una parte dei propri investimenti ai grandi provider di cloud pubblico, ma il software che le realtà possiedono e gestiscono non scompariranno.

Perché allora non distribuirli fisicamente dove l’azienda sente una particolare mancanza? Parliamo di un caso concreto

Aumentare i sistemi di un’azienda dove si trovano sistemi di produzione, assistenza sanitaria o logistica, utilizzando la straordinaria potenza dei server moderni può fornire valore in tanti modi. I nodi di Edge Computing recepiscono così tanti dati di dati da sistemi strumentati da non aver altra soluzione che inviarli al data center, e questa cosa riduce molto i costi di trasmissione. Si abbatte la latenza.

Parliamo di una tecnologia davvero nuova, ma che si dota già di un impatto trasformativo non indifferente. Un esempio concreto di cui tutti, chi più chi meno, abbiamo esperienza diretta, è l’automazione tramite fotocamere digitali. L’elaborazione delle immagini in loco non solo riduce notevolmente i tempi e i costi di ispezione, ma aiuta anche a migliorare la sicurezza consentendo un’identificazione più rapida dei contenuti e riduce i possibili intoppi digitali.

Parliamo di sicurezza: l’Edge Computing e lo zero trust

L’obiezione che ci permettiamo subito di sollevare è che l’Edge Computing espone pericolosamente i sistemi aziendali agli attacchi informatici e ai possibili scam con ricatto. E lo fa in un modo senza precedenti. La cybersecurity deve dotarsi di sistemi più sviluppati di quanto fatto fino ad ora.

La raccomandazione da non sottovalutare mai è di implementare la sicurezza zero trust. Questo sistema impone un’autenticazione persistente e anche la microsegmentazione della rete, così che un attacco subito in una parte specifica del database di un’organizzazione possa essere isolato e contenuto, invece che diffondersi a tutti i dati sensibili.

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