Il posto fisso nella pubblica amministrazione è come un diamante (a concorso)

7 Aprile 2021
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Già si sgomita.

Sì, perché è stato pubblicato il bando del maxi concorso per assumere 2.800 tecnici nella pubblica amministrazione. Nero su bianco sulla Gazzetta ufficiale dove campeggia il Bando per il Sud. Tradotto in parole semplicissime: contratti, benché a tempo determinato per non più di 36 mesi, per portare nella pubblica amministrazione le competenze necessarie per gestire il Piano nazionale di ripresa e resilienza.

O meglio: i progetti con cui verranno spese le risorse del Next Generation Eu, di cui una quota rilevante andrà proprio nel Mezzogiorno. Ma nonostante non si tratti di indeterminato, il posto fisso (seppur temporaneo) nella pubblica amministrazione è visto come il punto massimo d’arrivo in molte zone d’Italia. E non solo dai boomer, come si potrebbe pensare: la “tradizione” è stata assorbita dai millennial e dai gen Z.

Lo Stato cerca personale esperto in particolare in 5 aree: ingegneria, gestione rendicontazione e controllo, innovazione sociale, amministrazione e area giuridica e process data analysis. Si tratta, quindi, di ingegneri, informatici, progettisti e contabili esperti.

L’assunzione dovrà avvenire entro luglio, dopo le prove scritte di giugno che però avverranno in modalità telematica e che riguarderanno una short list di 8.400 candidati già “scremati” a maggio sulla base dei titoli. Questi 2.800 andranno a rimpinguare le fila di un’amministrazione pubblica che nelle regioni del Sud e nelle Isole già occupa, secondo i dati del 2019 del ministero dell’Economia e delle finanze e snocciolati da Truenumbers, 1.105.108 persone su un totale di 3.219.154 complessive che lavorano nello Stato in Italia.

Le regioni che hanno più dipendenti pubblici in Italia

Parliamo del 5,44% della popolazione dei più di 20 milioni e 300 mila abitanti del Mezzogiorno, una percentuale non distante dalla media nazionale. Anzi, non è nelle regioni del Sud che si concentra la maggiore proporzione di statali in relazione agli abitanti. È, infatti, nelle regioni autonome più piccole del Nord che sono di più. Arrivano al 9,39% in Valle d’Aosta, al 7,94% nella provincia autonoma di Bolzano, al 7,54% in quella di Trento, al 6,91% in Friuli Venezia Giulia. E c’è il Lazio, dove sono le sedi dell’amministrazione centrale dello Stato, i ministeri, e in cui il 6,88% della popolazione è un dipendente pubblico.

La regione del Mezzogiorno in cui ne troviamo di più, sempre in proporzione alla popolazione, è la Sardegna, dove sono 109.023, il 6,72%. Mentre in Campania si scende al 4,86%. Solo in Veneto e Lombardia ci sono meno statali. Il confronto più adeguato però dovrebbe riguardare i dipendenti pubblici delle amministrazioni locali. Sì, perché è in queste che saranno utilizzate le competenze del 2.800 tecnici del Bando per il Sud. E considerando questi in fondo alla classifica non vi sono più Veneto e Lombardia ma due regioni del Sud, Campania e Puglia.

Gli impiegati statali al Sud (prima del concorso)

In Campania lavorano per l’amministrazione pubblica locale (regioni, province e comuni) 32.891 persone, lo 0,57% della popolazione. Meno del Piemonte per esempio, che ha 1,4 milioni in meno di abitanti. Probabilmente perché in Piemonte ci sono molti più i comuni. La Puglia è invece ultima con solo il 0,48% della popolazione che lavora per lo Stato a livello locale. Sono il 4,89% in Alto Adige e il 4,78% in Trentino, il 3,91% in Valle d’Aosta, più dell’1% in Sardegna, Sicilia, Friuli Venezia Giulia. Mentre si scende al 0,76% nel Lazio e al 0,61% in Lombardia.

Servono specialisti, ecco perché il concorso pubblico

C’è quindi una carenza relativa di personale in alcune aree delicate del Sud, ma quello che sembrano mancare sono soprattutto le competenze. In molti comuni, soprattutto quelli più piccoli, non vi sono già normalmente le capacità per gestire i progetti per i fondi europei, e men che meno quelli molto più vasti che il Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbe rendere possibile.

E Quota 100 con i pensionamenti anticipati di molti dirigenti non ha aiutato, così come le limitatissime assunzioni di giovani. Per questo ora si corre ai ripari con urgenza con questo Bando per il Sud, sperando nella volontà di molti laureati del Mezzogiorno di rimanere nella propria regione senza dover emigrare come moltissimi hanno fatto negli ultimi anni.

Via Truenumbers

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