Temptation Island 6. Perché ogni volta ci riscopriamo tutti guardoni?

24 Giugno 2019
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Stasera prima puntata di Temptation Island 6, il programma di Maria De Filippi che tiene incollati al televisore milioni di italiani durante queste calde sere estive. Siamo un popolo di voyeur?

Sarà che l’afa ci costringe a casa con l’aria condizionata, ma il programma già con le vecchie stagioni ha raggiunto il picco di ascolti.

Ma cosa ci attrae nel vedere queste coppie che scoppiano?

Per chi non fosse fan, la dinamica di Temptation Island 6 è la seguente:  sei coppie (chissà quante se ne presentano ai provini) vengono relegate per circa un mese e mezzo in un villaggio in Sardegna. Donne e uomini alloggiano in due villaggi separati. A questo punto, ecco il bello: gli uomini vivono insieme a 13 donne single, le tentatrici, mentre le donne alloggiano insieme a 13 uomini single, i tentatori. Scopo del gioco è vedere se l’amore che lega queste sei coppie è reale e a prova di tentazioni.

E per vedere se è per sempre, sembra necessario mettersi duramente alla prova: location suggestiva e lontananza, insieme a uomini e donne single che ti gironzolano attorno, sembrano essere le variabili necessarie al tradimento.

Non provo neanche a capire cosa possa spingere una coppia a costringersi in un contesto simile (“notorietà” a parte). Quello che mi intriga è capire perché ai Millennial italiani piace guardare queste coppie che vanno a rotoli.

Personalmente trovo che, per tutti gli elementi sopra elencati, Temptation Island 2019 sia un esperimento sociale davvero ben strutturato.

In secondo luogo, credo che possa piacere perché si tratta di fatti che possono capitare a tutti noi. E, Chiara Ferragni insegna, condividere fatti di vita quotidiana (che facilmente astraiamo dal contesto televisivo/social) è un qualcosa che al pubblico piace. È proprio questo che poi crea una grande empatia tra i protagonisti e il pubblico, che per forza si schiera dalla parte di o contro qualcuno.

Altro elemento che rende questo programma così appetibile sta proprio nella facilità con cui si definiscono i ruoli, trovando ben presto i buoni e i cattivi. Tendenzialmente chi tradisce fa parte dei cattivi e chi è tradito dei buoni. Questa semplificazione ci rende la vita più facile e, ogni tanto, lasciarci trasportare da un ragionamento tanto lineare è un toccasana per la nostra mente.

Come ultimo elemento, mi viene da pensare al famoso proverbio “mal comune mezzo gaudio”. Vedere che le dinamiche che si presentano nelle coppie sono bene o male sempre le stesse, forse ci fa sentire sollevati. E, al contempo, ci piace osservare le diverse reazioni che si innescano tra le coppie, per poi immaginare come potremmo reagire noi stessi.

 

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