Volevo infiltrarmi all’Esselunga Job Week ma…
Volevo partecipare a uno degli appuntamenti più ambiti dai millennial italiani, e ho fallito in questo pur modesto incarico! E la cosa terribile è che pensavo di potercela fare facilmente. Ora la mia autostima è sotto i piedi.
Mi sono infiltrato all’Esselunga Job Week. Sì. E ora mi ritrovo a combattere con i miei demoni che continuano a martellarmi psicologicamente e un po’ come Jack Torrance (Jack Nicholson in Shining) ho già riempito pagine e pagine di fogli bianchi con la frase «Non vado bene per l’Esselunga, non vado bene per l’Esselunga, non vado bene per l’Esselunga…»
Come faccio a non viverlo come un fallimento professionale? Non volevo mica fingermi uno del catering alla notte degli Oscar e nemmeno uno della sicurezza alla blindatissima festa di compleanno di Justin Bieber, che poi in entrambe le occasioni avrei rischiato mazzate pesanti. Io ho solo cercato di ottenere un posto all’Esselunga Jobs Week per raccontarvi cosa succede in queste occasioni.
Ovviamente, a meno di offerte che non si possono rifiutare, non avrei mai pensato di lavorare all’Esselunga. Volevo solo infiltrarmi per raccontare la mia esperienza a Themillennial.
Mi vedevo già seduto alla diciassettesima fila di banchi tra il mio prossimo fruttivendolo di fiducia e il direttore dell’Esselunga di Casalpusterlengo Est.
Sig. Lamb, perché ha deciso di candidarsi ad una posizione all’Esselunga?
Avevo già un paio di risposte pronte in base alla persona che mi sarei ritrovato davanti.
Davanti alla responsabile delle risorse umane aziendalista alla Filini, avrei usato la carta del leccaculismo senza limiti di dignità, dichiarando orgogliosamente che «L’Esselunga è il miglior supermercato di tutti i tempi e io vorrei far parte di questa meravigliosa realtà»”, per poi accorgermi che gli altri 100 dopo di me avrebbero ripetuto lo stesso concetto, forse con parole diverse.
Davanti al direttore marketing, uno di quelli che si vede che ha fatto carriera partendo dal basso:
- responsabile dell’igiene dei bagni di servizio che non parla mai;
- magazziniere di notte con utilizzo costante di droghe leggere;
- magazziniere di giorno che ci prova con tutte le cassiere;
- cassiere con pettorina per far capire che ti paga l’agenzia e che non sei assunto;
- cassiere con divisa e petto in fuori;
- assistenza clienti con spiccata sintesi nelle risposte;
- vice direttore di negozio che pianifica di ammazzare il suo capo;
- direttore negozio subentrato a ex-direttore di negozio protagonista nelle ultime due puntate di Chi l’ha visto?;
- direttore di più negozi perché oramai tutti hanno capito chi sei, ma nessuno ne ha le prove;
- vice-direttore marketing, con direttore marketing che chiede il trasferimento in un’Esselunga che ancora devono costruire;
Avete capito il personaggio? Con lui avrei usato la tattica della complicità. Insomma, se mi assumi io sto dalla tua. Occulto le tue prove e tu fai carriera. Lo avrei guardato dritto negli occhi e citando Savastano gli avrei detto Riandiamoci a prendere ciò che è nostro!
E invece no… Nulla, non è servito a niente. Non vado bene per lavorare all’Esselunga. E pensare che ero rimasto anche umile, mica mi ero candidato a una posizione da manager… ero pronto a fare di tutto, dal salumiere al magazziniere. Manco mi hanno dato l’opportunità di giocare uno dei jolly che avevo in mano. Alla fine, in una triste giornata di ottobre, ricevo questa mail…
Gentile XXX
ti ringraziamo per aver dimostrato il tuo interesse per l’iniziativa Job Week Milano.
Siamo spiacenti di comunicarti che le tue caratteristiche non sono in linea con il profilo ricercato per questa selezione.
Ti invitiamo a visitare periodicamente il sito www.esselungajob.it per aggiornare il tuo Curriculum e proporti per le posizioni aperte.
Cordiali saluti,
Team Selezione
Eppure non ho usato un falso nome, come faccio qui su The Millennial (credete davvero che mi chiami Foolvio Lamb?!) ma ci ho messo la faccia e il cuore, un po’ come la direttrice della filiale di Intesa Sanpaolo. Forse lei sarebbe piaciuta fin dall’inizio al Team Selezione di Esselunga Job Week
Forse avrei dovuto fare come Ted. Ricordate la scena del colloquio, quando lui ottiene un lavoro al supermarket cercando di fallire in tutti i modi il colloquio?
A questo punto la domanda è una soltanto. Quali sono le caratteristiche richieste dal Team Selezione di Esselunga? Io me li immagino un po’ come i giudici di X-Factor, tutti sulle loro poltrone che dicono «questo sì, questo no». Sì, ma in base a cosa?
Eppure sono diplomato (la laurea non era richiesta, e ci mancherebbe altro!), sono automunito, parlo quasi 3 lingue, ero disponibile a lavorare nei weekend, ero disponibile a lavorare di notte, ero disponibile a lavorare su turni e part-time, ero disponibile a lavorare in un’altra città, anche lontana… Cos’altro avrei dovuto aggiungere? Disponibile a piegarmi a novanta gradi mostrando grazie che non ho per riposizionare un kg di fusilli marca Fidel nell’ultimo scaffale in basso? No, grazie!
La tesi sessista in ogni caso mi sento tranquillo di scartarla. Sono convinto che non sia stato il mio mancato sex appeal a frenare la mia candidatura, e avrei preferito fosse stato così. Io questo caso avrei capito… mi sarei sentito un po’ come quelle attrici che non hanno ceduto al ricatto di Weinstein… Mi vedevo già sulla prima pagina di tutti i giornali con titolo a caratteri cubitali: «Foolvio Lamb non si piega a Otto Goat».
E invece niente. E pensare che sarebbe stato epico. Uno con la esse moscia che lavora all’Esselunga… Oh my Goat, ripensaci!
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