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Noi Millennial siamo davvero una generazione di larve debosciate?

17 Settembre 2019
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Tutte le considerazioni negative e perentorie ci aiuteranno a migliorar la visione del nostro futuro o ci butteranno solo il morale a terra? I Millennial sono vittime della tecnologia…oppure la sfruttano?

 

Il giornalista Joel Stein sul “Time” qualche anno fa ci ha provocatoriamente definiti lazy, entitled, selfish and shallow.

Ah, questa gioventù!

Siamo la generazione dei “giovani” di cui parlano i vecchi quando si riferiscono a qualche sbaglio malauguratamente commesso in loro presenza. Quelli a cui non fregherebbe niente di niente se non di loro stessi e delle loro priorità, ovvero: guadagnare un sacco di soldi, fare carriera e viaggiare tanto.

Con la pappa pronta, preparata ovviamente dalla mamma, nella dolce dimora familiare ci limiteremmo a guardare qualcosa in tv. Magari sdraiati sul divano o ancora meglio coricati sul letto, a sentir la piacevole melodia di qualche notifica del telefono appoggiato sul comò. Santo cielo siamo perduti!

Circolano tutte queste convinzioni, grazie al passaparola di coloro che non si reputeranno mai e poi mai gelosi della nostra gioventù. Quelli che ti dicono “mica t’invidio, io che alla tua età già lavoravo”. Oppure diffidenti “non avevo il telefono e vivevo bene lo stesso, se non meglio”. Con una leggera punta di malessere che ha iniziato a logorargli l’intestino fin da quando ci hanno incontrati per strada o al supermercato.

Loro, che invece di compiacersi della loro vita passata, avrebbero voluto mandarci a quel paese perché abbiamo a nostra disposizione tutto il mondo, online e offline, da poter usare in qualsivoglia occasione.

Forse i Millennial non son poi così sfigati

Non siamo poi così sfortunati se con un click o un tap possiamo in ordine: chiamare, mandare messaggi e fare foto. E ancora: tradurre, guardare e cercare informazioni per esigenze di lavoro/studio nel momento stesso in cui ne abbiamo bisogno, come fa il 71% dei Millennial. Praticità e pragmatismo non sono due sostantivi da tralasciare.

Diventa semplice cercare un indirizzo, facile ordinare la spesa, piacevole scrivere ad un amico per dirgli che sei solo in ritardo e non ti sei perso nei meandri di internet. E molto altro ancora come nelle pubblicità.

Sappiate, cari “dinosauri” (dal film La meglio gioventù), che i millennial si informano eccome, e lo fanno in rete. Dopo anni di studi universitari, pagati quasi sempre dai genitori, s’intende, il 67% chiede che un impiego possa avere opportunità di carriera. Il 60% una paga soddisfacente, ed il 51% vorrebbe che il sia stimolante e ricco di sfide. Ecco chi sono i Millennial e cosa cercano su LinkedIn. Questo non sembra essere da persone ambiziose, direi piuttosto che è da intraprendenti, forse anche un po’ da sognatori.

Ci adattiamo a tutto, come i piccioni

Lo stesso Stein afferma inoltre che nonostante tutto ci stiamo adattando molto rapidamente ai continui cambiamenti. Infatti un manifesto pubblicitario per il “Time” strillava la frase: “Overeducated, underemployed, wildly optimistic”.

Comunque sia non ci definirei propriamente dei fancazzisti, se approfittiamo di certe comodità che il mondo e la scienza sono arrivate ad offrirci (anche grazie ai dinosauri di cui parlo sopra). Magari un po’ pigri lo siamo diventati, questo sì, è inevitabile con la tecnologia così come usare l’auto, ma di certo non per questo dovremmo essere giudicati come una generazione piatta e senza obiettivi, o con obiettivi troppo alti, che poi in realtà è la stessa cosa.

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