Il mio stronzometro schizza alle stelle quando torno a casa dopo un viagio all’estero e assisto a un fenomeno tutto italiano: la fila. Gli altri popoli sembrano fare di tutto per evitarle. In Svizzera, Germania o negli USA hanno un sacco di personale e cercano di renderle le più snelle possibili. Noi italiani, invece, non facciamo che crearne.
Odio parlare male del mio Paese, non sono come Checco Zalone quando va in Norvegia e diventa razzista nei confronti dell’Italia. Però le file italiane sono di certo le peggiori del mondo.
Arrivi in aeroporto all’imbarco di un volo e vedi la gente che si alza mezz’ora prima e si mette in fila. Dal niente. Aspettando niente. Facendo finta di niente. Ignorando che ci sono gli imbarchi prioritari e spesso si dà la precedenza a famiglie e anziani. Ma niente, gli italiani stanno in fila. In piedi, scazzati e scomodi. Sono gli unici di tutto l’aeroporto a farlo.
I due motivi per cui gli italiani non sanno stare in fila
Il primo è che non sanno l’inglese. Assurdo se pensate che solo noi millennial lo abbiamo studiato per tutte le medie e le superiori. Otto anni. Otto anni e non riuscire a capire cosa dice lo speaker. Così si mettono in fila per evitare di perdere qualche piccolo meldoso vantaggio sul prossimo. Qui si apre un sottotema: quelli che capiscono l’inglese ma vogliono mandare in tilt lo stronzometro. Scatta in loro quell’aspetto odioso dell’italiano scaltro che crede di essere più furbo del vicino (che non ha capito l’altoparlante) e allora gli salta davanti.
Il secondo motivo è ancora peggiore. Si tratta di una perdita totale del senso critico: vedo una fila e che faccio? Mi ci metto anche io. Perché se lo fanno gli altri ci sarà un motivo.
Questa è la morte civile, il segnale che il cervello di qualcuno è ridotto a una poltiglia di stimoli binari in cui le decisioni si prendono senza pensare.
La fila è una metafora di come mai siamo fermi come Paese, di come mai abbiamo smesso di pensare. Di come mai viviamo una sensazione tediosa di attesa e accalcamento in fila che è sineddoche di quelle migliaia di file che facciamo tutto l’anno per operazioni stupide. Sembra diventato tutto impossibile. Andare alle Poste e starci due ore perché online non funziona mai niente, andare all’Inps o in qualsiasi ufficio pubblico, alla biglietteria della stazione.
Non so se è più grave questo o la mia paura che tutti gli stronzometri vadano in tilt. Ci serve lo stronzometro, ne abbiamo bisogno. Curatelo.
Leggi anche:
Vergogna e avidità: cosa si nasconde dietro il mercato dei preservativi?
Biciclette contromano? Per mio suocero è tutta colpa dei neri
I guidatori da scooterone sono antiestetici amanti di un water mobile