Perché i Millennial, degli scioperi, sono quasi sempre le vittime

29 Ottobre 2019
2740 Visualizzazioni

Succede che i sindacati proclamino uno “sciopero generale“, come quello recente del 25 ottobre. Succede che in questo “generale” siano inclusi anche i trasporti (Trenitalia, Trenord, metro e bus). Succede che davanti alla notizia il cervello del millennial si “incricchi” come quei cubi di Rubik abbandonati nei cassetti da anni. E formalizzare l’agenda della giornata diventi impossibile, come la soluzione di quel maledetto cubo.

Lo psicodramma dello sciopero per un millennial

Oggi il millennial vive le giornate di sciopero essenzialmente come uno psicodramma. E non importano affatto gli orari dei mezzi, le adesioni o le fasce di garanzia. Il concetto è che non sono quasi mai loro i protagonisti: semmai le vittime. Da un lato un mondo di lavoratori privilegiati, quasi sempre della generazione X, che si può permettere il lusso di manifestare incrociando le braccia. Dall’altro un’ondata di studenti troppo giovani per capire cosa sia la precarietà nella quale la gran parte dei loro fratelli maggiori sta vivendo.

Eh sì, perché a protestare in piazza insieme ai lavoratori di questa o quella sigla sindacale non sono più i ragazzi della generazione y, ormai lontani ex liceali. Non sono più loro a scendere in piazza con cori e cartelloni per difendere un’idea. Non sono loro quelli felici perché, alla peggio, si saltava un giorno di scuola.

Sciopero dei mezzi: le soluzioni

Il millennial è chiaramente condannato a vivere quei venerdì – perché capita sempre di venerdì, vedi un po’ – come una giornata di m.e.r.d.a. Il problema, ma questo è una questione di dimensioni, diventa via via più imponente a seconda delle città. Considerando che, chi più chi meno, tutti dovrebbero avere un minimo di “compiti” da svolgere proprio quel venerdì, le soluzioni per sopravvivere sono solo tre: telelavoro, moto o motore.

Consigli per sopravvivere allo sciopero

Il telelavoro è la prima soluzione ma purtroppo non dipende solo da voi. Però, là dove possibile, è il miglior modo per godersi lo sciopero comodamente sul vostro divano, sul letto o se preferite anche sulla tazza del vostro water. È l’unico modo per fregare lo sciopero senza rischi.

L’altra soluzione, già un po’ più impegnativa, è quella del moto. Andate a piedi o in bici a lavorare. Facile a farsi se siete baciati dalla fortuna è la vostra vita nasce, cresce e muore in un raggio di non troppi chilometri quadrati. Ma se siete pendolari – e nelle città metropolitane per esserlo basta pochissimo – lasciate pure perdere che tanto non siete Nibali né tanto meno Kipchoge.

Se al moto aggiungiamo il (re) è il terzo consiglio è servito. Nelle grandi città come Roma, Milano, Napoli o Torino ci sono poche alternative al motore: auto, scooter o moto che sia. Ma il giorno dello sciopero – se per caso tra traffico in tilt, incidenti e cortei riuscirete ad arrivare a destinazione – parcheggiare l’auto non sarà un gioco da ragazzi. Lo è il cubo di Rubik e a confronto è perfino elementare.

Leggi anche:

Exit mobile version