Catalogo dei MILLENNIAL: Beatrice “Bebe” Vio. La tua enciclopedia dei millennial
Chi è Bebe Vio, la biografia la campionessa paralitica premiata con due ori
NOME: Bebe Vio (Beatrice Vio)
DATA NASCITA: 4 marzo 1997
LUOGO NASCITA: Venezia
NAZIONALITÀ: Italiana
SETTORE: Sport (scherma)
MILLENNIAL FACTOR: Urla, Simpatia e 11 Ori a 24 anni, bastano?
Chi è
Beatrice Vio, soprannominata Bebe è l’atleta paralimpica più famosa d’Italia anzi, con l’addio della Pellegrini, Bebe Vio è semplicemente l’atleta donna più celebre d’Italia. Con 11 ori dei a 24 anni, il successo è più che meritato. Due di questi ori vinti alle paralimpiadi di Rio nel 2016 e a Tokio 2020 poche ore fa.
Nata in veneto, un’infanzia normale, fuori dalla scuola spende il suo tempo tra lo scoutismo e la scherma (fin dall’età di cinque anni e mezzo). Invece di un’adolescenza regolare segnata da brufoli, pubertà e al massimo mononucleosi si trova a 11 anni ad affrontare una meningite fulminante. I medici le salvano la vita ma il prezzo è grande, perde avambracci e gambe, a causa di un’estesa infezione.
La rivincita di Bebe Vio
Uno dei suoi soprannomi è fenice, perché? Un anno dopo l’intervento invasivo si attrezza e con una protesi fatta su misura torna a praticare la scherma. Sette anni dopo nel 2016 si presenta a Rio e il resto è storia, l’età dell’oro.
I millennial dai 12 a 19 anni di solito, iniziano a bere a fumare ma Bebe Vio è di un’altra pasta, la sua simpatia ed energia è millennial, ma non comparabile con la nostra. In questi anni pre finale paralimpica infatti il suo carisma le consente di essere testimonial in diverse occasioni, spesso con la sua eroina, la plurimedagliata schermista Valentina Vezzali.
Pochi mesi dopo l’oro di Rio, conquistato contro la cinese Zhou Jingjing (che rivedrà 5 anni dopo sempre in finale) si presenta alla casa Bianca per la cena di addio all’amministrazione Obama. Partecipa a numerosi spot e campagne, diventa così popolare che esce una barbie in edizione speciale dedicata a lei.
L’infortunio che non ci voleva e Tokio 2020
Nel 2020 è la protagonista di una produzione Netflix che porta il suo nome “Rising Phoenix” in cui viene raccontata la sua vita e le peripezie che l’hanno portata a Rio 2016.
Sotto i ferri c’è già stata abbastanza eppure quest’anno, ad aprile, è costretta ad operarsi. Mancano pochi mesi alle Paralimpiadi di Tokio e il percorso di riabilitazione è lungo, difficoltoso.
Senza unghie ma con i denti (come piacerebbe scherzare a lei) arriva di nuovo in finale contro la temibile Zhou Jingjing di 5 anni prima.
Il Giappone è famoso per i terremoti ma la scossa che avete sentito provenire da Tokio fino in Italia non era dovuta a movimenti sismici era l’urlo di gioia che contraddistingue la nostra campionessa.
Il secondo oro paralitico è suo, con il suo sorriso e l’inarrestabile empatia ringrazia il suo staff, ma siamo noi a ringraziare lei per la sua forza ispiratrice. 24 anni, ci si vede alle Paralimpiadi di Parigi 2024.
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