Paragoni.
Sta suscitando non poche polemiche la dichiarazione di Emma Marrone sul sessismo relativo alle critiche ricevute per il suo abbigliamento durante l’Eurovision 2014. Una discriminazione evidente, secondo la cantante, se paragonata alle mancante reazioni dell’opinione pubblica per gli abiti esibiti da Damiano dei Måneskin. Che peraltro alla fine sono usciti da vincitori della kermesse.
Le parole di Emma sul sessismo
Per la precisione, al termine del suo primo concerto in epoca covid, Emma ha parlato così al Corriere della Sera. «Non sto a contare i pregiudizi subiti, ho imparato a fregarmene. A volte ero troppo avanti e non sono stata capita», le sue parole.
Nel 2014 – continua lo sfogo – «invece che essere sostenuta perché avevo portato un pezzo rock come “La mia città”, un atteggiamento non da classica cantante pop italiana che punta sulla voce o sulla femminilità, venni massacrata: si parlò solo degli shorts d’oro che spuntavano sotto l’abito e delle mie movenze. Ora che Damiano dei Måneskin si presenta a torso nudo e con i tacchi a spillo va bene: è evidente che c’è sessismo».
Il video di Emma all’Eurovision 2014
Le dichiarazioni di Emma sono state lette da molti, come dimostra il boom di visite raggiunto dal video della sua esibizione all’Eurovision 2014 proprio nelle ultime ore. E il paragone, per la verità abbastanza impari tra le due performance «rock» – parole sempre di Emma – , è stato inevitabile.
Alla fine il giudizio generale è abbastanza unanime: tra la millennial arrivata da Amici e i post millennial lanciati da X Factor vincono i più giovani. Il problema non è certo quanto abbia osato ciascuno di loro vestendosi in un certo modo; il nocciolo della questione non è nemmeno il sessismo ma più semplicemente la musica e il valore complessivo di un’esibizione piuttosto che di un’altra.
Se lo spettacolo nel suo insieme funziona, si chiudono gli occhi e si celebra tutto. Se invece qualcosa non convince, come nel 2014, è molto probabile che si smonti quel tutto per cercare di capire il perché. Niente di meno e niente di più. Il sessismo è un male ingiustificabile ma quando non c’è non può essere una giustificazione.
Foto in copertina: Eurovision
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