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Vivienne Westwood è stata la rivoluzione

3 Gennaio 2023
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Grazie, Vivienne Westwood

Vivienne Westwood è scomparsa il 29 dicembre 2022 a 81 anni. Lei, così irriverente, ribelle, eccessiva in tutto e agli occhi altrui assolutamente indistruttibile, ha lasciato ufficialmente questa assurda terra.

Nata l’8 aprile 1941 a Tintwistle in Inghilterra, Ariete doc, Vivienne Westwood ha rivoluzionato non solo il mondo della moda, ma è stata simbolo assoluto di ribellione per intere generazioni di giovani anticonformisti. Westwood ha contribuito ad abbattere la rigidità della moda, ha fatto della libertà il suo fiore all’occhiello e ha sempre tenuta lontana la perfezione. La sua moda è stata la sua voce ed è proprio anche grazie a essa che oggi siamo un po’ più liberi di essere chi vogliamo.

Anche i giovanissimi e le giovanissime, quindi, dovrebbero amare Vivienne Westwood.

Da sempre diversa, da sempre iconica, Vivienne Westwood è stata la regina dello spirito libero, la creatrice dello stile punk che tutti oggi conosciamo. Borchie, pizzi, spille, magliette strappate, maglioni bucati, capelli con creste e calze a rete. Dietro ogni singolo dettaglio c’è e ci sarà sempre lei.

La libertà di non avere paura di esistere

L’apertura del suo primo negozio nel 1971 è l’inaugurazione di un’identità destinata a evolversi in un continuum di idee nitide e forti. Insieme a lei c’è Malcolm McLaren (futuro suo compagno e manager dei Sex Pistols), con il quale apre Let’s Rock al 430 di King’s Road, Londra. I vestiti in stile teddy boy ispirati al passato sono l’incipit di quello che sarà una vera evoluzione, un racconto ribelle di una delle personalità più incisive del fashion world.

Da Let’s Rock a Too fast to live too young to die, si è passati poi per Sex, Seditionaries e infine a World’s End, caratterizzato dall’iconico orologio che gira al contrario. Dettaglio che oggi, se bene ci pensiamo, calza a pennello con il mondo che stiamo vivendo.

Ogni nome abbraccia un’epoca e ogni epoca abbraccia una piccola ma decisiva sfumatura della personalità di Westwood. Dai particolari in pelle alle iconografie pornografiche e feticiste, dalle urla allo scandalo alla passione futurista con fibbie e spille da motociclista, fino ad arrivare alle vibrazioni romantiche settecentesche: un’incredibile metamorfosi ribelle in continua espansione.

La moda di Vivienne Westwood ha accompagnato intere generazioni, ha vestito lo stile inglese dal punk al new romantic, mettendo in scena il corpo, rileggendolo anche in chiave erotica e ispirando alcuni dei più grandi gruppi musicali del tempo, Sex Pistols in primis.

La scomodità dell’esplicito Vivienne Westwood l’ha sempre amat. I simboli hanno sempre fatto parte della sua vita, così come i messaggi, le parole, le immagini provocatorie e tutto quel corollario che investe tematiche sociali e politiche sono state per lei linfa vitale, essenziale per esistere in questo mondo, a prescindere dai rischi.

Vivienne anticonformismo Westwood: moda e diritti in un’unica anima

«L’unico motivo per cui faccio moda è fare a pezzi la parola conformismo»

Appartenente a una generazione passata, Vivienne Westwood c’entrava ben poco con il bigottismo del suo tempo, tantomeno con gli stereotipi e la chiusura mentale. La sua azione, da sempre dirompente, ha spinto a cambiare visioni e dinamiche, talvolta anche attraverso gesti considerati borderline.

Impossibile dimenticarsi della volta in cui, nel 1992, la Regina Elisabetta in persona le conferì la medaglia dell’Ordine dell’Impero britannico. Westwood, nel suo tailleur grigio apparentemente formale, appena uscita da palazzo, mostrò con una piroetta a tutti i fotografi che sotto i collant non indossava lingerie: più estrema di così.

I suoi valori erano trasposti a moda e la sua moda lanciava messaggi importanti. Vivienne Westwood è stata una delle prime designer di moda a prendere posizioni decisive nei confronti dell’ambiente e dei consumi: «Dico solo alla gente, smettetela di comprare vestiti». Attenta al cambiamento climatico e al suo futuro, attenta alle conseguenze gravi del consumismo, ma anche attenta alle persone di ogni genere e  nazionalità. Vivienne Westwood non era solita definirsi femminista, sebbene nel corso della sua vita abbia sempre combattuto in difesa dei diritti delle donne di tutto il mondo.

Pacifista, ambientalista, sovversiva ed estremamente geniale, Westwood ha riscritto la storia della moda, l’ha scomposta, l’ha studiata e valutata, fino a ricomporla secondo i suoi ideali e desideri.

Una donna che non se ne è stata lì a guardare il mondo andare a rotoli, ha lanciato e lasciato messaggi, ha contribuito a raccontare storie, ha fatto del passato la sua arma di stile, adattandolo alla contemporaneità con una semplicità disarmante.

Esageratamente Westwood: per sempre sarà

La sua passione per l’esagerazione l’ha portata avanti ogni giorno della sua vita. A prescindere dalle vibrazioni della sua anima e dalle numerose contaminazioni passate che l’hanno investita, Vivienne Westwood amava l’eccesso in ogni sua forma e consistenza, sia che si trattasse di punk rock, sia che si trattasse di abiti principeschi (l’abito da sposa di Carrie Bradshow in Sex & The City ne è la prova lampante).

«Buy less, Choose Well, Make it Last» – era solita ripetere. Ma adesso che lei non c’è più, riusciremo a portare avanti il suo messaggio?

La speranza è che la sua anima punk possa ispirare le nuove generazioni e possa, coscienza dopo coscienza, risvegliare la voglia di cambiamento.

«When there’s no future, how can there be sin? […] God save the Queen» – ve le immaginate, lei ed Elisabetta II, a cantare questo pezzo insieme?

Goodbye Vivienne, è stato bello averti nel mondo.

 

Foto di copertina di Mattia Baldelli Passeri

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