Un viaggio artistico nel Pluritempo tra futuri possibili e cybercani smarriti
Androidi emotivi, legioni digitali e banconote dal 2504: il collettivo artistico DustyEye presenta un universo narrativo fuori dal tempo.
In un’epoca in cui il futuro viene spesso immaginato come distopico e alienante, possiamo scegliere di percorrere una strada diversa. Salendo a bordo di una “Macchina del Tempo”, o meglio di un Cronotraslatore, è possibile esplorare le infinite traiettorie del Pluritempo: un multiverso narrativo in cui passato e futuro si sfiorano, si confondono e si riscrivono.
“Pluritempo, cronoviaggi e 44 memorabilia dai secoli venturi” è il progetto artistico che mette in mostra non solo visioni alternative del Domani, ma anche reperti tangibili (e decisamente immaginifici) provenienti da futuri remoti. A guidarci in questo viaggio c’è l’androide N°44 V864.962, la cui vita emotiva — già, emotiva — si intreccia con quella di Maxtor, un cybercane smarrito nel 2379. Intorno a loro ruotano legioni di entità digitali dal XXIII secolo, algoritmi con un’anima e una valuta del futuro, l’Ukron, che già oggi mette in crisi gli equilibri economici (e morali) del presente.
Il messaggio è chiaro: il futuro non è una condanna, ma una possibilità. E, soprattutto, non è uno solo, ma sono molti. Nessuna profezia, dunque, solo immaginazione e creatività che si fanno esperienza artistica.
Il progetto sarà in mostra dal 13 giugno al 4 luglio 2025 presso la Galleria Marco Fraccaro del Collegio Cairoli di Pavia, in Piazza Collegio Cairoli 1. L’inaugurazione si terrà venerdì 13 giugno alle ore 18.00 e sarà un’occasione per addentrarsi, insieme agli autori, tra teche temporali, memorie future e visioni iper-narrative.
C’è un museo magico nel cuore di Milano
DustyEye non è nuovo a queste incursioni temporali. Dal 2017 il collettivo si muove tra secoli e suggestioni, affidandosi alla tecno-narrazione per riflettere su intelligenza artificiale, identità, emozione e memoria. Nel 2024 ha visto la luce Il Magico Museo di Dergano, vera e propria fucina di Tecnomagia nel cuore di Milano, e poco dopo sono usciti I Dossier di Maxtor, un ipertesto illustrato frutto di una narrazione collettiva a 64 mani.
Tra filosofia, festival e finzione tangibile
Nel corso degli anni, DustyEye ha portato le sue creazioni a festival di cinema e sociologia, ha collaborato con l’Università di Torino, ha pubblicato su riviste accademiche e ha persino distribuito Ukron (del valore attuale di oltre 112.000 euro l’uno) per “solleticare gli equilibri economici internazionali”. Una provocazione? Forse. Ma anche un’operazione poetica che gioca con il tempo, la finanza e la percezione della realtà.
La frontiera tra umano e artificiale? Sfocata.
Il futuro secondo DustyEye non è governato da macchine ostili o intelligenze senza volto. Anzi. È un tempo in cui la linea tra Mente e Algoritmo sfuma, in cui l’intelligenza artificiale è parte integrante della vita emotiva, e dove la collaborazione tra umano e digitale è la chiave di una nuova forma di esistenza.
Con ironia, profondità e un’estetica che mescola steampunk, cyberpunk e fantascienza filosofica, “Pluritempo” ci invita a ripensare il nostro rapporto con il tempo, la memoria e il futuro. E ci ricorda che ogni viaggio nel tempo, reale o immaginario, è sempre un modo per guardare meglio al presente.