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Volontariato smart: ecco cosa vogliono i Millennial a caccia d’esperienze

7 Febbraio 2019
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Cosa vogliono i Millennial? È vero, ci piacciono gli orari flessibili e forse non siamo più tanto fedeli alla prima esperienza di lavoro. Ma questo basta per descriverci come una generazione narcisista e votata all’egoismo più sfrenato?

Sorprendentemente, alla domanda su cosa vogliono i Millennial, si può anche rispondere: il volontariato. Ovvio, deve essere un’esperienza innovativa, adatta alla nostra visione del mondo e alle nostre esigenze: un volontariato veloce, puntuale e smart.

Cosa vogliono i Millennial? Rapidità! Rapido non dev’essere il tempo da dedicare al volontariato, bensì l’arco temporale che va dalla decisione all’inizio dell’esperienza. Le nuove generazioni tendono a preferire pratiche più flessibili, senza l’obbligo di iscriversi ad associazioni.

Quel che si vuole evitare è “incasellarsi in progetti organizzati”, secondo quanto scrive dalla Dott.ssa Elena Marta nel suo libro Volontariato post-moderno. Le associazioni tendono ad essere di vecchio stampo, prevedono iscrizioni e procedure lunghe. Richiedono la “fidelizzazione”, attitudine che non caratterizza di certo questa generazione, per l’appunto.

A ben pensarci, quanto può essere demotivante doversi iscrivere a una associazione, che magari chiede un impegno sul lungo periodo? Oggi il mondo viaggia veloce: se sono appena rientrata da un progetto di volontariato in Tanzania, non significa che domani non possa decidere di andare in Ucraina per seguire un progetto di tutt’altra natura.

Forse siamo un po’ viziati, ma quando troviamo chi asseconda i nostri tempi e le nostre necessità, la maggior parte di noi Millennial si attiva per vivere un’esperienza di volontariato, tanto che dal rapporto stilato dall’Istituto Toniolo, la percentuale di giovani che non hanno esperienze in questo ambito è diminuito di quasi il 10%, passando dal 64% nel 2013 al 55% nel 2017.

Che idee ci sono dietro i comportamenti di volontariato? Batson e colleghi identificano due motivazioni principali, e in contrasto tra di loro, che si celano dietro questi comportamenti generosi e attenti all’altro.

Da un lato troviamo le motivazioni self-oriented, ovvero orientate al sé: si ricerca più il proprio benessere personale che quello altrui. La fonte che si nasconde quindi dietro queste motivazioni è, in realtà, di natura egoistica. Ci

Ci sono poi le motivazioni nobili, quelle etero-centriche che vogliono invece soddisfare bisogni di natura altruistica e solidale. La spinta motivazionale è in questo caso l’altruismo caratterizzato da un’adesione a valori morali molto forti.

A prescindere dalla motivazione, che essa sia di natura altruistica o egoistica, di certo fare volontariato è un toccasana per il nostro spirito ma, soprattutto, giova a chi l’atto di volontariato lo riceve!

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