Intervista fiume a Nicolai Lilin: dal Russiagate a Licio Gelli al carabiniere ucciso a Roma

31 Luglio 2019
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Conobbi Nicolai Lilin quando per Riders gli chiesi di intervistare Gianmaurizio Fercioni, il primo vero tatuatore italiano, una leggenda, quello che tatua Mahmood nel video di Soldi. Ero nella stanza con loro: Nicolai gli va incontro con una di quelle facce che ti chiedi se da un momento all’altro non si tira fuori il ferro dalle mutande. Fercioni invece gli porge un coltello come dono di presentazione. Lilin lo accetta quasi commosso, contraccambiando con una moneta, come vuole la tradizione. Quel cerimoniale, la sua solennità, mi dettero subito la misura di Lilin. Un uomo per cui gli ideali sono tutto. Ne avevo anche paura, non avevo mai visto da vicino uno che aveva fatto la guerra e aveva sparato.

Esperienze che si sono stratificate in lui e l’hanno reso l’uomo che è oggi. Un mite padre di famiglia, un artista del tatuaggio, uno scrittore e un disegnatore di coltelli. A parlarci scopri che è un cosmopolita vero, pacato, in grado di mediare, anti-dogmatico, libero da preconcetti. Ecco, un intellettuale libero. Anche se non vorrebbe mai sentirsi chiamare intellettuale.

Ogni tanto mi capita con piacere di scambiarci ancora qualche parola, questa è la nostra ultima conversazione.

O meglio, io me la ricordo da questo punto, il punto in cui Nicolai stava dicendo…

Per me lo scrittore è come un medico, deve andare da tutti, non importa cosa votino.

Un pensiero molto libero dal pregiudizio, il tuo…

Sì, lo è… mi chiedono tutti di parlare di geopolitica, di Russia, ma mi sono rotto.

Come mai?

La gente continua a ragionare con vecchi schemi, con preconcetti. Il mondo è cambiato in questi dieci anni ed è tutto diverso. Le persone pretendono di guardare il mondo con i vecchi dogmi.

Io infatti non parlo con nessuno di politica, ormai è come il tifo calcistico.

Esatto, è una metafora che uso sempre anche io.

Che ne pensi tu di Salvini?

Mah… Salvini è solo l’ennesimo politico. Io sono uno scrittore, un uomo di cultura, apro ponti. La politica invece apre casini. Mio nonno viveva in una parte di foresta talmente selvaggia che dovevi possedere un branco di cani, almeno 35, per sopravvivere ai lupi. A quindici anni mi azzardai a parlargli di politica e mi disse: Nicolai, i politici sono come questi cani, dipendono tutti da un bastone.. il mio!

Mamma mia, Nicolai, hai sempre queste immagini totali.

(ride) No, davvero. Lo penso. Io sono andato a presentare i miei libri in contesti di sinistra e di destra, non me ne frega niente, ma non ho mai accettato una tessera di partito. Sono libero. Però ho degli ideali. Fai conto che un circolo di partigiani di Vittorio Veneto voleva invitare a parlare con una giornalista anti Putin un personaggio alla stregua di un nazista, un criminale di guerra del Donbass. Ho fatto un casino, ho chiamato il direttore del giornale e gli ho detto che se lo facevano venire p****dio gli facevo un culo così.

Sei italianissimo, bestemmi come i veneti e i toscani.

(ride e si massaggia la pelata)

Infatti tu vanti amicizie anche con personaggi politicamente scomodi, come Giulietto Chiesa.

Giulietto è davvero un caro amico, uno di quelli che mi ha aiutato tantissimo a inserirmi in Italia e a capire questo Paese.

Altri che ti hanno dato una mano?

Non ci crederai mai ma una persona fondamentale è stata Licio Gelli.

What?

Sì. Lui aveva letto Educazione siberiana e ha voluto incontrarmi. Io, da scrittore, tendo la mano a ogni mio lettore. Lui è stato un tipo che di sicuro ha combinato dei grossi casini, ma le chiacchierate che mi ha concesso mi hanno spalancato un mondo

E ci credo. Dai, dimmi qualcosa, ti prego…

Beh, mi ha raccontato ad esempio di quando tornava dagli Usa con dei voli privati carichi di dollari in contanti per combattere il comunismo e li dava alla Democrazia Cristiana. I soldi sporchi girano dappertutto. L’Italia ha avuto Enrico Mattei che voleva affrancarsi dagli USA ma non ce l’ha fatta. Mi fa ridere la gente che si sbalordisce per i vari Russia Gate.

In che senso?

Io ci sono andato, a cercarli, gli hacker che avrebbero influenzato le elezioni americane, sono stato nelle aziende citate negli articoli e non ho trovato un bel niente. Non c’è nessun hacker russo a mio avviso. Chi sta dietro queste storie credo sia semplicemente poco informato.

E Savoini?

Stessa cosa. Io Savoini lo conosco, lo descrivano come un orco nero e quando ho letto mi son chiesto: ma è lo stesso Savoini che conosco io? Mi pare tutto esagerato

Invece che ne pensi del killer romano ammanettato dai carabinieri?

Mah, ho letto un po’ di cose e mi sono fatto poche idee. Comunque la pratica della bendatura è consona quando si deve trattenere una persona alterata da droghe o alcool. Spesso lo si fa per la loro incolumità. Tipo un tossico può dare in escandescenza o avere un attacco di panico e convulsioni e lo si benda perché l’oscurità lo rende più calmo.

Dicono che ci sia qualcosa dietro, che non è possibile che un ragazzo lo abbia ucciso così…

Uccidere con il coltello è molto più semplice di quello che si pensa. Sono cresciuto in strada, ho visto gente morire per il coltello quando avevo solo 11 anni. So quello che dico. Solitamente la ferita di uscita è ancora peggio di quella di entrata, perché provoca un ulteriore strappo, una lacerazione. È una questione di inclinazione. Il coltello può essere molto più micidiale di una pallottola. Poi oggi basta vedere un video su YouTube: ci sono tutte le tecniche spiegate nel dettaglio, magari quell’americano si era informato così. (ndr Libero ha riportato che il coltello è un Trench Knife Ka-Bar Camillus con lama fissa di 18 cm usato nei corpo a corpo dai marines sin dal 1942)

Madonna. Che ne pensi della legittima difesa? Spareresti a un ladro in casa tua?

Ho ucciso delle persone e oggi ti dico chiaramente che se dovessi scegliere tra farmi derubare o sparare, mi farei derubare. Se proprio la vita dei miei figli fosse in pericolo prendo un coltello da cucina e sgozzo il malcapitato. Non farei nemmeno in tempo a prendere le pistole dalle casseforti. Qui siamo mica negli USA dove danno il porto d’armi a chiunque e la gente tiene le armi a cazzo. Ho mezza famiglia laggiù e ti assicuro che nel sud ho visto armi semi automatiche tenute a fianco degli attrezzi da giardino. Chiunque può rompere un lucchettino del genere e fare una strage.

Tu spari?

Pratico il tiro sportivo, dalla lunga distanza al poligono. È una filosofia di vita. Mi piace l’Ak-47. Anni fa conobbi degli alpini che dovevano partire per una missione dove avrebbero avuto i loro primi scontri a fuoco. Mi chiedevano come comportarsi. Gli spiegavo che a noi ci addestravano a ricevere una palla.

In che senso?

Tornando all’Ak… i miei amici alpini non lo conoscevano. Non conoscevano l’arma del nemico. Quindi partivano svantaggiati, non lo avevano mai maneggiato. A noi in Russia ci mettevano a una distanza di 30 metri e l’istruttore ci urlava. Adesso sparo con un Ak 47 o un M-16. Quando la pallottola arriva a circa tre metri tu senti un suono particolare e quando sei in guerra i suoni sono tutto. Devi imparare a distinguerli. Così noi lo imparavamo e ci toglievamo un po’ di paura. Loro erano scioccati perché qui non usa.

Vai a caccia?

No. A che serve andare a caccia in un paese dove ci sono i supermercati…

Torniamo a noi. Che mi dici dei leghisti?

Senti, io ho tanti amici del PD e ogni volta che ci parlo dico loro la stessa cosa. La Lega è il risultato delle azioni sbagliate del Partito Democratico. Poi, anche liì sono solo vecchi schemi. Come su Trump. Cazzo, è il primo presidente che va in Korea! Ma ti rendi conto che passo diplomatico enorme? E tutti a trattarlo come uno scemo. Lui lo sa che il mondo è cambiato e che il dollaro non è più quello di una volta. Ora ci sono i cinesi e tutto è più complesso.

Dici che la gente lo giudica con pregiudizio?

Sì. Mio cugino è un democratico convinto di New York e l’ha votato. Mi veniva da ridere.

Anche il PD non ti fa impazzire…

Tutti quei personaggi come Renzi o la Boldrini mi fanno sentire preso in giro. Poi parli a me di essere di sinistra, io che ho visto il comunismo vero al suo apice, il sogno del socialismo internazionalista…

Che ne pensi della Cina?

L’idea sulla Cina me la sono fatta a un meeting, c’era la presentazione di un tè cinese, tutto molto minimale, nel loro stile. C’erano degli inglesi. Quando qualcuno osò chiedere al cinese qualcosa sulla sua azienda, lui rispose: la nostra azienda ha migliaia di anni. E fu il silenzio. Si cagarono tutti sotto. Sono un popolo antichissimo: questo dà loro una statura enorme.

Altro racconto top…

Guarda, i cinesi ci hanno messo del tempo a uscire dalla monarchia e diventare un paese moderno. Ma ti faccio un esempio. Noi siamo qui a romperci le palle con gli F35 che oltretutto sono degli aerei pacco. Il software non funziona, non si sa manco se infrangono il muro del suono e costano un botto di soldi. Siamo qui a menarcela se comprarli o no. I cinesi due anni fa hanno sviluppato due modelli aerei nuovi e potentissimi. Mentre noi ci perdiamo in chiacchiere, quelli si evolvono.

Anche i russi, no?

Sì, ma al contrario. Mia figlia è venuta da me preoccupata per la faccenda della Russia chiedendomi: papà ma siamo cattivi noi Russi? Come quando si parlava di Igor il Russo, che poi non era russo e non si chiamava Igor, ma è stato descritto così. Vige ancora l’immaginario da guerra fredda del russo con la mascella quadrata che beve e ammazza tutti.

Sì, tipo la pagina Facebook Degrado Post Sovietico o anche solo la mega citazione dei russi in Strager Things.

In Italia c’è un programma in cui non andrò mai, nemmeno se mi invitano, che è Che tempo che fa?, in cui non si fa giornalismo ma solo lecchinaggio. Infatti non mi invitano perché sanno che la penso così. Mi ricordo un intervento di Luciana Littizzetto, una comica che fa molto ridere ed è molto brava. Però, ecco, prese spunto da una legge russa per sparare una gran cazzata. Non avendola studiata e non avendola capita sosteneva che quella legge legittimava la violenza sulle donne. E disse che non era d’accordo col mettere i muri, ma che qualcosa per bloccare quel “vento di merda” andava fatta.

Ops…

La Russia è il paese più grande del mondo. Abbiamo una storia. Non puoi chiamare “vento di merda” un paese come quello. Io me le studio le leggi, le scarico, mi informo. Quella legge era tutto il contrario di ciò che si sosteneva con leggerezza di fronte a milioni di persone.

Bukowski diceva che un buon poeta durante una rivoluzione deve stare lontano da armi e ribelli, chiudersi in casa a dormire, bere e scrivere.

Sì, è vero. Infatti guarda Majakovskij…

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