Anche il B2B punta alle nuove generazioni: oggi il commercio digitale è componibile e fluido
L’e-commerce B2B arriverà a valere 1,67 miliardi in Europa entro la fine dell’anno. I segreti? Ottimizzazione, multicanalità e integrazione tra seller e buyer: il commercio digitale non punta solo al consumatore finale ma si concentra sul B2B. A spiegarlo è Netcomm.
Durante l’evento Netcomm Focus B2B Digital Commerce dal titolo “La trasformazione omnicanale delle filiere e delle relazioni tra imprese” sono emersi dati interessanti e inaspettati, che sottolineano come il commercio digitale B2B sia oggi un canale sempre più determinante per lo sviluppo delle imprese del nostro Paese.
Il valore totale del B2B Digital Commerce, che avanza al ritmo di +12% all’anno in Europa e in tutto il mondo e che ad oggi vale a livello mondiale 23,4 miliardi di dollari (più del doppio rispetto al 2018), con una previsione di crescita del 12% entro il 2027. L’Europa segue il trend, passando negli ultimi anni da 1,3 miliardi di dollari a 1,5 e si stima che entro la fine dell’anno raggiungerà i circa 1,67 miliardi di dollari, in crescita dell’11% rispetto allo scorso anno.
“Il comparto del B2B sta assistendo a un processo di costante digitalizzazione, che contribuisce alla crescita dei ricavi del settore in tutto il panorama internazionale, tanto che si stima che nel 2027 arriverà a superare i 37 miliardi di dollari a livello globale. In questo contesto, l’Europa detiene il 6% del valore globale del B2B Digital Commerce globale, i paesi Apac il 79% e la Cina, da sola, oltre il 40%. Nel nostro Paese, dove il settore B2B è tradizionalmente guidato da dinamiche commerciali rigide e articolate che prevedono l’intermediazione di rappresentanti di vendita nella gestione delle trattative, è necessaria l’introduzione di strumenti innovativi per rispondere alle nuove esigenze dei buyer che, anche a seguito del cambio generazionale, sono sempre più orientati verso esperienze d’acquisto agili e personalizzate. Queste necessità guidano le aziende italiane che desiderano scalare il loro business verso la creazione di customer experience personalizzate e immersive, la semplificazione delle operazioni e l’automatizzazione dei processi attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale e di innovazioni tecnologiche. La flessibilità garantita dalla digitalizzazione gioca un ruolo determinante per lo sviluppo del settore, consentendo agli attori della filiera di gestire le vendite in modo efficiente e di raccogliere dati e informazioni utili all’analisi operativa e alla pianificazione di future strategie finalizzate alla creazione di relazioni a lungo termine con i clienti.” afferma Roberto Liscia, Presidente di Netcomm.
Cosa vogliono le nuove generazioni di Buyer?
La trasformazione digitale del commercio B2B risponde alla necessità di soddisfare le esigenze dei buyer di nuova generazione, sempre più interessati alla proposta di progetti tailored, sia in ottica di personalizzazione del processo di acquisto, sia nell’offerta di servizi di pagamento e di customer care orientati al B2B. La sfida per le aziende italiane del settore consiste oggi nell’incontrare le esigenze di seller e buyer includendo i processi di digitalizzazione e l’utilizzo delle nuove tecnologie all’interno di un’ampia strategia, con l’obiettivo di integrare i sistemi aziendali già esistenti e di rispondere prontamente alle nuove esigenze del mercato. Il settore del B2B in Italia si affaccia oggi all’introduzione e al dominio di tecnologie quali il Machine Learning e L’IA e allo sviluppo di sistemi come l’Headless Commerce, che consiste nella separazione tra front end e back end di applicazioni e siti di e-commerce, e il Composable Commerce, un’architettura basata sulla selezione delle migliori soluzioni commerciali per creare una “composizione” di servizi ad hoc. Queste soluzioni avanzate consentono di gestire in modo più efficiente e disintermediato i processi di vendita, dove autonomia e agilità si presentano come elementi imprescindibili. Secondo Netcomm, dunque, le aziende del nostro Paese dovranno andare incontro a un ripensamento della struttura organizzativa, sempre più orientata alla costruzione di un e-commerce omnicanale e ibrido, in cui anche la figura del venditore subirà una necessaria trasformazione, passando dal ruolo di Order Manager a quello di Brand Ambassador grazie all’acquisizione di nuove competenze finalizzate alle vendite ibride.