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Mostra di Chagall, senza i suoi quadri. Ma con lui e sua moglie

19 Ottobre 2017
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Capita raramente di camminare nella mente di un’artista guidati dalla sua anima. E’ possibile farlo nella mostra di Chagall, fino al 28 gennaio alla Permanente di Milano.

 

Non sapevo cosa aspettarmi da questa “mostra/spettacolo” che ha inaugurato il 13 ottobre.

Ospiti di Emanuele Fiano e Iole Siena, siamo stati accolti da Laura Morino ad un evento che, come previsto, è stato decisamente imperdibile.

“Non c’è nessun quadro in mostra! Ma che esposizione è? Si fanno certe cagatone oggi!”, frase di un conoscente, giornalista. Ovviamente affermazione da “dietro le quinte”, visto che poi è stato elogiativo verso gli organizzatori. Perplessità e sconcerto hanno serpeggiato nelle sale tra molti, soprattutto tra gli esperti. Da parte mia sono certo che Chagall sarebbe stato felicissimo della performance, soprattutto sentendo le critiche – nascoste.

Questa “mostra di Chagall senza quadri” è un’esperienza artistica, anzi mistica: si viene immersi nelle sale della Permanente in un caleidoscopio di colori e forme proiettate a 360 gradi che danzano a ritmo di musica. Si entra in un sogno, il Sogno di Chagall, bambino di Vitebsk che ha fatto dell’Amore la guida della sua vita.

Tanti erano i ragazzi presenti all’inaugurazione: erano tutti entusiasti, affascinati, incantati. Scevri da intellettualismi, si sono lasciati accompagnare dalla musica. Ipnotizzati dalla danza dei colori dell’Artista, lo sentivano quasi sussurrare all’orecchio: Nelle nostre vite c’è un solo colore che dona senso all’arte e alla vita stessa. Il colore dell’Amore.

Non si può scindere l’opera di Chagall dalla sua formazione culturale. Il panenteismo chassidico, con la sua accessibilità del dveikut a tutti (adesione-incontro mistico con Dio), permea la sua produzione artistica. Le forme semplici, sognanti, quasi infantili, la ricercata spontaneità, il continuo stupore per l’opera di Dio, il provare a vivere la vita con felicità sono parte della sua mistica: Io sono un mistico, io non vado in chiesa o in sinagoga. Per me lavorare è pregare.

L’essenza della vita è il colore e il colore è l’Amore. Bussola dell’Artista fu la moglie Bella, amata da sempre: Lei sembra costantemente volteggiare sulle mie tele guidando la mia arte.

In questo senso lo si può definire un Fedele d’Amore: Bella, con la sua semplice esistenza, ha guidato Chagall nel suo percorso artistico-mistico, così come Beatrice Dante. Donne che diventano Sophia, Spose del Sabato. Bella è quasi Shekinah (manifestazione di Dio): è rappresentata mentre vola in alcune opere, in altre è sposa, in altre ancora è il centro della devozione dell’artista.

Nella mostra di Chagall, che poi è uno spettacolo, è possibile vivere il suo messaggio, che diventa esperienza artistico/mistica. Dieci o cento quadri non lascerebbero la stessa traccia sulla nostra anima.

L’Artista non potrebbe che essere felice del fatto che proprio gli occhi più semplici si perdano nel suo incanto.

Bisogna entrare nelle sale della mostra di Chagall togliendosi gli occhiali del Mondo ed indossare quelli dell’Amore.

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