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Non abbiate paura di sbagliare strada! Wikihow non vi spiega come vivere

30 Marzo 2018
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In treno incontro occhi stanchi, ma non sono assonnati. Dentro quelle pupille iniettate di sangue e resti di marijuana abita il nulla. A voi dico: non abbiate paura di sbagliare strada, di fare cose che il vostro smartphone non vi consiglia. Ricominciate a vivere, perdio! Piuttosto perdetevi, ma non chiedete a Siri dove si trova la pizzeria gourmet più vicina a voi. Seguite l’istinto, buttatevi e rischiate.

 

Non abbiate paura di sbagliare strada. Se non provate nemmeno una volta il gusto genuino della morte accarezzata con un dito (non perché vi siete fatti beccare con una dose, non perché siete troppo ubriachi per capire quanto l’Audi del papi sia accartocciata sul guardrail, non perché il vostro fottuto schermo da 1000 euro si è graffiato) allora siete solo dei poveri, ma ricchi, giovani della generazione z che non sanno dare il valore alla vita.

Perché a un certo punto la vita perde dei pezzi e allora rimpiangerete il tempo che non avete concesso ai vostri nonni per raccontarvi, ancora una volta, di quando sono saltati giù dal treno diretto ad Auschwitz.

Se non lo avessero fatto, voi che al posto di ascoltarli andate a farvi l’aperitivo giornaliero, non esistereste.

Solo che i vostri nonni, che non hanno niente da fare tranne che amarvi, un giorno non ci saranno più e voi non sarete pronti.

Proverete imbarazzo perché su Wikihow non viene spiegato come ci si deve comportare.

L’ultimo spritz che avete bevuto, mentre il prete dava l’estrema unzione, vi corroderà le viscere.

Non riuscirete a piangere perché non riconoscerete il vero dolore.

Vi trascurerete perché nei film fanno così.

Vi metterete davanti allo specchio e vi chiederete chi siete e vi vergognerete perché, dentro di voi, sapete con certezza che se foste stati voi su quel treno, non vi sareste mai buttati.

Però in fondo avete ragione anche voi, sono tempi diversi: arrivate a casa dall’università e mamma ha già preparato la carbonara e avete il diritto di lamentarvi perché tutto quell’amido a lungo andare vi rovina la linea.

Avete troppa paura di sbagliare strada. Così, avete in programma il giorno per lo shopping, la sera per la cena fuori, e il pomeriggio dal personal trainer.

Vestirvi con capi costosi ed essere in forma vi fa sentire in pace con il mondo.

Quando però il mondo vi crolla addosso, perché il mondo talvolta crolla davvero, non si può fare un art attack di colla vinilica e bigliettoni per rimetterlo insieme.

Bisogna infilare le mani nel fango, rendersi conto che a vent’anni è giusto che il buio terrorizzi ancora. In fondo, la paura di sbagliare strada è bellissima.

Siete fortunati che il campionato di calcio finisca quando quello di formula uno inizia, altrimenti per un terzo dell’anno non sapreste di cosa parlare.

“Cazzo frah”,”bella zio” poi qualche commento sulle chiappe che pullulano fuori dalle biblioteche, una “siga”, dopo di che: giù la visiera del berretto Gucci e tornate ognuno a casa propria.

Il punto è che niente più vi impressiona, non avete passioni.

Prendete una qualsiasi abitudine e la trasformate in moda, in quella moda malsana che priva di senso qualunque cosa.

Ecco che un calice di rosso in un locale a luci soffuse che puzza di umido viene trasformato nell’open wine del venerdì sera, nel place to be del centro.

Le ragazze ben vestite sembrano cartoni animati perché non c’è giorno che non si vestano in quel modo.

Dove sono finite le tute stracciate, i dialetti (quante volte i vostri nonni hanno provato a insegnarveli), i corteggiamenti non a portata di un click?

I viaggi non programmati, sapere come aggiustare le tapparelle (sempre che non ce le abbiate elettriche), i lavoretti estivi per portare fuori a cena la meravigliosa ragazza del liceo che finalmente dice sì, o per offrire una sbronza colossale ai quattro amici sui quali si può sempre contare.

Non abbiate paura di sbagliare strada. Vi imploro di riscoprire il piacere nel leggere un libro, di stare a cavalcioni su un ramo sospeso su un fiume, di accettare di saper perdere contro la prima squadra in classifica.

Siate fieri del nome che portate.

Prendetevi cura anche del vostro cervello.

Non rimandate un appuntamento che spezza la vostra routine.

Siate veri, che le vostre azioni non siano leggende perché il limite tra supereroi e persone dimenticate è più sottile di quanto potete immaginare.

 

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