Chi sono i Kidfluencer e perché dovrebbero interessarci? Ci interessano perché rappresentano la generazione del futuro, perché hanno tra i 5 e i 15 anni e guadagnano (molto) più dei loro genitori, perché hanno il potere di cambiare le strategie marketing dei brand e riscuotono un enorme successo sui social (YouTube, TikTok e Instagram in particolare).
Per avere un’idea più chiara di ciò che succede nel sottobosco dell’Internet facciamo un esempio: il profilo YouTube di Ryan Toys Review, un account che attualmente conta 28 milioni di iscritti, ha riscosso un enorme successo tra i giovanissimi, anche per la regolarità con cui vengono pubblicati i contenuti. I video sono molto semplici, al centro ci sono le recensioni di Ryan Kaji, un bambino di 7 anni che descrive le caratteristiche dei giocattoli ricevuti. Ma non è questo il punto. A rendere speciale Ryan Toys Review è il fatturato annuo, si stima che nel 2018 abbia guadagnato una media di 22 milioni di dollari.
Entro un paio di anni il mercato dei Kidfluencer potrebbe arrivare a fatturare quasi 2 miliardi di dollari, e i brand avranno la possibilità di iniziare a lavorare con influencers ancor prima che raggiungano la maggiore età.
Dimmi cosa fai e ti dirò chi sei
Il giornalista Harvey Schwartz ha raccontato su Whosay l’incontro con Sissy Sheridan, star del programma Nikelodeon DYI with Me. Il successo ottenuto sul piccolo schermo l’ha spinta a intraprendere la “carriera” online, ovviamente lo sta facendo davvero bene. “Per me i social sono un modo per fare business”, ha dichiarato la giovane Sheridan all’incontro di The Interactive Advertising Bureau.
“Ho appena ricevuto la verifica da Snapchat – prosegue – questo significa che posso essere visibile anche nella pagina delle news, e arrivare fino a 200 mila visualizzazioni per storia”. I giovani content creator seguono con interesse i cambiamenti dell’algoritmo, cercando sempre nuove strategie per intrattenere il pubblico. Sissy Sheridan avrà anche 15 anni, ma come la maggior parte dei Kidluencer non è affatto una sprovveduta, sa benissimo che per tenersi stretti i follower deve continuare rafforzare il legame che ha con loro, facendoli sentire parte di una comunità e “parte del cambiamento”. “Cambiare il mondo è molto importante per me”, conclude, spiegando che è aperta a collaborazioni per intraprendere la strada dell’attivismo.
I Kidfluencer fanno tutto da soli?
Alcune piattaforme richiedono un’età minima per aprire un account, per questo molti profili di Kidfluencer vengono gestiti dai genitori, i quali si dividono in due grandi categorie: ci sono quelli che “sto aiutando mio figlio a diventare un adulto responsabile, guidandolo nelle sue scelte”; e quelli che: “mio figlio? Non è stato in alcun modo spinto a utilizzare i social media, è stata una sua libera scelta (ma gestisco io le sue finanze)”.
Secondo le stime di Humanium, il profilo di un Kidfluencer da 1 milione di follower è capace di generare fino a 10 mila dollari a post (Chiara Ferragni chi?), ciò che però preoccupa gli studiosi è il fatto che non esistano ancora regolamentazioni per la protezione dei bambini. Perdita di privacy, sfruttamento minorile e deprivazione delle opportunità (come la capacità di avere amicizie normali oppure pari scolastici regolari), sono solo alcune delle possibili conseguenze che potrebbero colpire i ragazzi.
Per il futuro, gli esperti del fenomeno hanno già iniziato a proporre una serie di soluzioni, sperano inoltre che i governi prendano provvedimenti sulla questione dei Kidfluencer, tutelando la loro salute e la loro crescita con leggi mirate.