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Come parlare alla generazione Z se sei una piccola media impresa

5 Settembre 2021
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Se pensate ai ragazzi della gen Z come a degli schiavi digitali vi sbagliate di grosso, non basta creare un banner affinché loro comprino tutto e il contrario di tutto. Proprio perché sono nativi digitali sono anche padroni dei loro mezzi e sanno riconoscere le fregature. Inoltre fanno più acquisti fisici di quanto crediate.

Ogni anno aumentano le loro possibilità economiche e la capacità di acquisto, diventando, gradualmente, una fetta di mercato sempre più importante in un andamento implacabile.

La loro forza sul mercato però non si ferma alla mera compera. Hanno un’influenza enorme nel generare mode e sono punti di riferimento per amici e familiari anche se più giovani.

Per la gen Z social sta per socializzare

Avere l’approvazione della gen Z può servirti per fare presa su altri mercati e se, per varie ragioni, i giovani non possono trasformarsi tutti e subito in acquirenti possono però fare da ambasciatori verso altri utenti.

Essendo molti ragazzi della gen Z dei fortissimi, piccoli, influencer molte piccole imprese negli Stati Uniti si stanno affidando a loro per coinvolgere un pubblico sempre più ampio.

Se pensiamo all’Italia, che pullula di medie e piccole imprese, questa strategia deve assolutamente esserci di lezione. Che voi siate un negozio di scarpe o una gelateria essere promossi dai 2 o 3 influencer più in voga in città renderà la vostra attività letteralmente “figa” (non so se questo termine sessista tipico dei millennial sia ancora valido per la gen Z).

Il buon vecchio passaparola

Il passaparola diventa cruciale per rompere ogni indugio verso i consumatori di età più avanzata che sicuramente finiranno per fidarsi. Di solito si dice “che ne sanno i giovani”. In questo caso appare evidente l’affermazione contraria. 

The Small Biz Expert (agenzia di marketing che si occupa di fare quanto detto sopra) afferma che molti marchi vogliono appunto assicurarsi di essere i primi a conquistare la fedeltà di questa generazione.

Come coinvolgerli? Abbiamo già dato qualche consiglio; quello che è certo è che la gen Z predilige contenuti brevi con informazioni appena sufficienti e chiare per procedere all’acquisto.

Gen Z: digitale, propositiva, frugale, diversa

La gen Z è tutta un’altra cosa rispetto ai millennial e come tutte le generazioni è piena di contraddizioni e sembra imperscrutabile a chi non ne appartiene. Di sicuro bisogna capire che questa generazione è etnicamente diversificata, gli orientamenti sessuali, la cultura e il trascorso spesso mischiato o confuso. Tutta un’altra cosa rispetto ai predecessori.

C’è un ritorno alla frugalità e agli acquisti fatti in prossimità, sicuramente questo è anche dovuto al fatto che tengono particolarmente alle cause sociali. Infatti i giovani della gen Z si appassionano alle cause e ai prodotti, condividendoli poi con la loro cerchia online e offline: guardate il successo di Greta Thunberg.

Trattandosi spesso di piccoli acquisti, i loro, sono culinari, di cultura o di moda, quindi si tratta di soldi spesi in città e in piccoli negozi locali. 

Vogliono fare la differenza, hanno ancora la forza di credere che possono cambiare  il mondo con le loro scelte. Questo influenza notevolmente il loro stile di vita. Siccome la forza è nel gruppo, le collaborazioni con altre realtà a cui si sentono affini sono dietro l’angolo.

Sono tanti ma come si muovono?

La gen Z non risponde alle classiche campagne di marketing o alle pubblicità tradizionali: hanno i loro canali e i loro spazi. Un modo per avvicinarsi a loro potrebbe essere quello di collaborare con scuole superiori e università locali così da entrare nella loro vita, parlarci e capire i loro reali bisogni. Questa è una strategia reale e locale che può essere applicata con facilità!

Certo non siamo qui a consigliarvi di spendere i soldi a casaccio e anzi, il nostro compito è guidarvi verso una strategia mirata e generazionale adeguata. Però pensateci, quanto poco potrà costarvi pagare della promozione alla vostra giovane influencer di città o quartiere?  Sicuramente è un investimento più intelligente di tanti volantini che sono carta straccia, inquinano e finiscono per farvi odiare dagli stessi interessati.

#noallavorominorile però #sìadinvestimentiintelligenti

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