“Sanremo alla stregua di X-Factor o Amici. Forse troppo fine a sé stesso”. Intervista a Bengi dei Ridillo

21 Febbraio 2021
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Poter festeggiare trent’anni di carriera nel mondo della musica non è mai cosa banale e lo è ancor meno se il genere che proponi non è usuale.

I Ridillo, storica band soul/funk italiana, capitanata da Daniele Bengi Benati, in questo 2021 ha raggiunto proprio questo traguardo e ha deciso di festeggiarlo attraverso un’iniziativa oggettivamente molto originale dimostrando come quando hai tanto da dire l’età e il periodo non contano.

Siamo andati a far due chiacchiere con Daniele che ci ha raccontato proprio questa nuova idea, come la stanno preparando e come la voglia di suonare, di fare musica, sia ben lungi dallo sfumare.

 

Una storia che inizia nel 1991, una storia fatta di tanta bella musica che non è mai stata banale e, in linea con il vostro modo di essere, avete deciso di festeggiare questi 30 anni di funky e di soul in una maniera molto particolare, vuoi raccontarcela un po’?

Beh, diciamo che, in pieno stile Ridillo, non abbiamo la data certa di quando la band si è formata perché le cose sono nate cammin facendo. Quindi, proprio perché non abbiamo un giorno preciso legato alla fondazione del progetto, abbiamo pensato di iniziare un percorso lungo tutto un anno, questo 2021 appunto, con un’uscita al mese dove andremo a pubblicare o un riarrangiamento di vecchie hit, un featuring con amici che hanno condiviso il nostro percorso artistico e anche nuove cose che abbiamo lì pronte a uscire dal cassetto.

 

Un’uscita al mese comporta un bell’impegno e fa intuire come la voglia di fare musica non si sia mai sopita in voi, vero?

Ah beh, sì, praticamente tra una cosa e l’altra non abbiamo mai smesso. Poi con questa idea che abbiamo tirato fuori si è anche ricomposta la formazione originale ricreando de facto quella magia che ci ha accompagnato da sempre.

“Oggi si sfornano singoli a ripetizione prima dell’album, come negli anni ’60/’70

E perché un singolo al mese e non direttamente un nuovo album?

Diciamo che la tendenza oggi è quella di sfornare singoli a ripetizione prima di pensare ad un album che, ormai, è diventato qualcosa di oggettivamente poco appetibile al giorno d’oggi e, forse, non è nemmeno così strano perché, e non lo dico solo io, è come tornare nel periodo anni ’60/’70 quando uscivano i 45 giri e dopo diverse pubblicazioni le singole canzoni erano racchiuse nel 33 giri. Ecco oggi attraverso questi nuovi metodi di fruizione della musica si ritorna un po’ all’antico con tutti i distinguo dell’era digitale, sia chiaro.

 

Questi ultimi periodi tra emergenza sanitaria e la scomparsa di Renzo Finardi non sono stati semplici per voi, vero?

Che dire? Certamente non avere più tra di noi il Caimano ci ha scombussolato parecchio e c’è voluto davvero tanto tempo per metabolizzare un evento così pesante per tutti noi della band. Poi avevamo pianificato un evento commemorativo proprio per Renzo a maggio dell’anno scorso che, ovviamente, non abbiamo potuto mettere in piedi per il discorso pandemia… Insomma, davvero una serie di cose poco belle, ma anche per contrastare emotivamente tutto questo abbiamo deciso di mettere in piedi queste uscite mensili delle quali “Mangio Amore” è stata la prima.

 

Una prima uscita dove peraltro ritroviamo anche il caimano, giusto?

Già, abbiamo inserito le sue rullate sul finale proprio perché erano caratteristiche di questo pezzo in origine e poi, in un periodo come questo dove tanto odio e cattiveria si respira in giro, “Mangio Amore” ci pareva il giusto messaggio per esorcizzare un po’ tutto ciò che ci circonda.

 

Venendo proprio a questo periodo, sta impazzando il tormentone “Sanremo sì, Sanremo no”, cosa pensa di questa situazione Daniele Bengi Benati?

Personalmente non abbiamo mai partecipato con una nostra canzone a questo evento quindi il mio giudizio è totalmente super partes, ci tengo a sottolinearlo, e penso che questa manifestazione possiamo vederla alla stessa stregua di trasmissioni televisive quali, che ne so, X-Factor o Amici, quindi perché no? Piuttosto mi chiedo se sarà sostenibile per il pubblico da casa reggere la lunghezza delle puntate, ho letto di una durata che si aggira attorno alle 4 ore, una roba infinita davvero esagerata, ma ripeto che il mio è un parere buttato lì senza volersi poi schierare da una parte o dall’altra. Va da sé che poi bisognerebbe anche ragionare, finito il tutto, su come realmente poter mettere in movimento tutto l’ambiente artistico perché se Sanremo resta poi un evento lasciato lì senza un’evoluzione della situazione potrebbe risultare troppo fine a sé stesso.

 

In questo periodo così complicato la rete, i social, hanno fatto sì che una marea di artisti, conosciuti o sconosciuti, potessero uscire con nuove cose. Da anni il mondo della musica punta il dito contro il discorso streaming, internet e via dicendo, cosa ne pensi tu?

Anche qui diventa complesso dare una risposta definitiva ed assoluta perché, come spesso accade, ci si dimentica che non è lo strumento a esser sbagliato, ma chi lo utilizza e come lo utilizza. Vedo anche i miei figli, forse solo il più grande ha un concetto del “possesso” legato a un cd o addirittura a un vinile, gli altri due sono legati alle piattaforme di streaming. Ma se poi si vanno a vedere le playlist non ci trovo quasi mai più di una quindicina di brani perciò ecco che dare una risposta definitiva, anche qui, non è mica semplice. Per quanto mi riguarda, posso dire di apprezzare le opportunità che ti vengono date con internet. Ti faccio un esempio, con la regione Puglia stiamo per fare uscire una puntata zero legata a un festival soul/funk che andrà in onda online e con l’emergenza sanitaria in atto senza la rete e la possibilità per tutti di connettersi una cosa del genere non sarebbe stata possibile… Quindi dove sta la verità? (sorride, ndr).

 

In conclusione Daniele, possiamo dire che questo vostro progetto targato 2021 è la preparazione per quando sarà possibile di nuovo avere la musica live?

Ah beh, certamente sì, anzi, i Ridillo nella loro storia hanno sempre dato il massimo proprio dal vivo e la mia speranza è che le esperienze vissute in questo ultimo anno, vedi anche concerti all’ora di pranzo come quello fatto al Bravo Caffè di Bologna ai primi di dicembre, possano dare il via a un nuovo modo di proporre musica live anche in maniera differente da prima.

 

E allora speriamo davvero di poterci ritrovare in un “Mondo Nuovo” con i Ridillo in prima fila!

Certamente sì, anzi, noi non vediamo l’ora!

 

Ridillo: 30 anni suonati – Unplugged: video

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