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In Giappone c’è un nuovo sole per la musica in streaming: è il declino dei cd

22 Marzo 2021
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Chi lo avrebbe mai detto?

Il Giappone, il secondo mercato musicale nel mondo (dopo gli USA), è stato l’ultimo ad abbracciare il concetto di musica in streaming! Come può essere possibile? Si tratta come sempre di una questione di cultura.

La musica in streaming in Giappone e il cd

Se è vero che in Italia facciamo fatica ad inculcare nella mente delle persone quanto quella del musicista sia a tutti gli effetti una figura professionale affatto privilegiata e da tutelare, è al contempo vero che in Giappone le persone non hanno inizialmente accettato il concetto di streaming perché con l’atto dell’acquisto del supporto fisico, principalmente il cd, nel Sol Levante si è sempre voluto certificare il rispetto ed il riconoscimento del valore di un’opera d’arte.

Un sentimento che non esiste più da tempo nel resto del mondo, ahimé.

Questa pandemia pare però aver convinto anche i giapponesi più reticenti e così nel 2020 si è registrato un calo del 15% nelle vendite dei cd con un conseguente innalzamento dello streaming pari al +25%. Uno dei motivi che ha portato i nipponici a disertare i negozi di dischi non è tanto il lockdown, che di fatto in Giappone non è stato quasi mai imposto, quanto la paura da parte della popolazione di contrarre la malattia.

Sicuramente anche la diminuzione dei guadagni da parte dell’utente medio avrà contribuito a far ravvedere molte persone, fatto sta che ora anche il Giappone, uno dei pilastri del “supporto fisico”, pare aver ceduto definitivamente a quello che da tutti viene ritenuto il modo più semplice di ascoltare musica: lo streaming.

Il mercato musicale nel mondo: la classifica

Detto ciò, secondo i dati emersi nel 2020, la situazione del mercato musicale nel mondo vedeva al primo posto gli Usa, poi Giappone, Regno Unito, Germania, Francia, Corea del Sud, Cina, Canada, Australia e Brasile.

E l’Italia? Eh l’Italia, vabbè.

Via Redblue.it

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