L’anno del Signore è il 2020, il coronavirus impazza per l’Italia, i luoghi di aggregazione sono chiusi: cinema, pub, discoteche, biblioteche, tutto. Nel frattempo io son qui che guardo David Lynch parlare con una scimmia cappuccino.
Le riviste online pullulano di articoli come: “10 film da recuperare su Netflix”, articoli nei quali si può trovare tutto il mediocre gusto dello spettatore medio che ha bisogno di qualcuno gli dica di recuperare film come Il petroliere. Nel frattempo io son qui che guardo David Lynch parlare con una scimmia cappuccino.
What did Jack do? è il corto prodotto da Netflix e girato da David Lynch, regista di Mullholland Drive, dalla durata di 17 minuti in cui il regista mette sotto torchio un elegante scimmietta per un non meglio precisato crimine, un assassinio.
What did Jack do? trama e recensione
Il corto dal punto di vista tecnico si presenta come un dialogo scarno, fatto di totali a due e campo e centrocampo nello scambio di battute, il tutto in bianco e nero. Un piccolo omaggio al noir classico americano, senza rinunciare alle piccole firme stilistiche di Lynch, come il caffè nero bollente. A estraniare quindi non è il setting in sé e per sé, ma la situazione grottesca e ridicola che vediamo su schermo, a partire dalla premessa dell’opera, fino ai dialoghi tra i due protagonisti:
“Ti hanno visto con degli uccelli da fattoria”
“Credi forse a babbo Natale?”
“Lanceresti un animale dal tetto solo per vedere che faccia fa”
“Io so perché il pollo attraversa la strada”
Il significato di What did Jack do?
Dialoghi insomma sconnessi, che qualche volta sembrano tornare sui binari di un interrogatorio al di fuori della nostra comprensione. Non abbiamo flashback, non abbiamo altri personaggi parlanti, dobbiamo solo fidarci di una delle due versioni; qualcuno sta incastrando Jack? O è solo un criminale molto furbo? Lynch in questi 17 minuti gioca con un genere che ha fatto la storia del cinema, rispettandone gli stilemi, manipolandolo a proprio piacimento. Così come fece con la soap opera nelle prime due stagioni del suo capolavoro “Twin Peaks”. Nel quale avevamo le dinamiche tipiche del drama/soap americano distorte dalla dimensione onirica e febbrile tipica del regista del Montana.
Anche in questo cortometraggio la componente onirica la fa da padrona. Crea una sensazione estraniante nello spettatore, che rimane incollato allo schermo perturbato dalla situazione assurda che si svolge davanti a lui.
What did Jack do? è la summa sotto i 20 minuti della volontà di Lynch di colpire lo spettatore, lasciandolo a metà tra il meravigliato e il preso in giro, un modo perfetto per avvicinarsi ad uno degli autori più originali del panorama cinematografico mondiale, una piccola perla di Netflix nel suo vasto catalogo di teen drama copie carbone di “Stranger Things”.
Perciò guardatelo, recuperatelo anche insieme a Il petroliere tanto, con questa epidemia dilagante, cosa ci resta da fare?
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