11 luglio 2021: un’estate italiana
Ancora una volta un difensore rimette a posto le cose nel bel mezzo di una notte di mezza estate.
A memoria d’uomo, non si ricorda una giornata tricolore come quella appena trascorsa. La prima finale a Wimbledon, l’ennesima finale a Wembley, lo sport italiano non ha mai visto un cielo più azzurro di questo. Era l’estate 2006 dicevamo, di una Francia che al Mondiale di Germania passa in vantaggio, poi ci pensa Materazzi, il resto è storia. Anzi no, è anche meglio perché Donnarumma para pure i rigori.
La finale a Wembley
Ti aspetti Jorginho, ma dimentichi che in porta c’è un ragazzone di quasi 2 metri che se si distende non lo superi nemmeno a cannonate. A Wembley, dove i Queen cantavano We Are The Champions e oggi i tifosi italiani ripropongono i 7 Nations Army con Po-Po-Po che il sottoscritto non ama, ma tant’è che il popolo ha deciso e chi scrive si attacca.
E poi a Wembley c’è aria di riscatto, per Mancini e Vialli che piangono abbracciati perché la loro Sampdoria con quel Barcellona a inizio anni ‘90 la finale di Coppa Campioni l’avrebbero meritata e invece l’hanno persa con un arbitraggio almeno discutibile. Boskov dall’alto applaude e benedice perché, parafrasandolo, «vero uomo abbraccia altro uomo solo quando vince una finale dopo averne persa una trent’anni prima».
La finale a Wimbledon
Un’estate italiana si diceva con super Mario Draghi a cui riesce persino il miracolo di rimettere a posto lo sport italiano. Un tennista azzurro in finale a Wimbledon non s’era mai visto. Poi va da sé che per vincere serve coraggio e contro Djokovic numero uno al mondo non basta saper giocare (bene) a tennis. Matteo Berrettini ci era pure riuscito a farci sognare, ma dopo il primo set la classe del serbo è venuta fuori.
Almeno ci godremo un’altra storia in diretta, quella del primo tennista uomo a poter completare il grande slam. Djokovic a quota 3, nel 2021 gli mancano solo gli Us Open a lui congeniali, ma può pure fare lo slam d’oro. Cos’è lo slam d’oro? È il filotto dei 4 slam nell’anno solare più l’oro olimpico: c’è riuscita solo una donna, Stefy Graf, moglie di Agassi che guarda caso allenava Djokovic. Che poi i due non andavano d’accordo, ed è meglio per Novak che i due abbiano preso strade diverse.
La voce di Katia Serra nella telecronaca Rai
Ed è così che in un’estate italiana vediamo Tom Cruise assistere alla finale di Wimbledon e alla finale dell’Europeo un paio d’ore dopo. Una finale che per la Rai poteva essere storica, ma il coraggio è venuto meno. Doveva essere la telecronaca di Katia Serra al posto del collega colpito dal covid. La prima di una donna per una finale di calcio così importante e invece alla fine Bizzotto (favorito della vigilia) ha preso il posto dell’infortunato Alberto Rimedio.
Per la Serra solo un ruolo di supporto alla voce principale della telecronaca. Appuntamento con il futuro rimandato quando una voce femminile accompagnerà un sogno maschile su un campo da calcio e un pallone da rincorrere.
Foto in copertina: Instagram, Fedez
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