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Tornare agli allenamenti di calcio: come non finire sbranati dagli zombie

20 Settembre 2017
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Tornare agli allenamenti calcio dopo qualche anno di inattività non è facile. Messo da parte l’entusiasmo iniziale, bisognerà confrontarsi con fattori determinanti e del tutto inaspettati, pronti a rovinarti la vita. Come gli zombie che assediano i campi di periferia.

Se hai deciso di tornare agli allenamenti di calcio, insomma, a giocare sul serio, come prima cosa dovresti considerare la tua condizione fisica, perché se durante il periodo di inattività sei diventato il consumatore numero uno di McDonald’s e, quando sali sulla bilancia, lei grida vendetta, il rientro in campo sarà più drammatico di quanto tu possa pensare.

Qui sotto troverai qualche consiglio per limitare i danni da rientro in campo dopo anni di divano, televisione, birra e patatine… e non ridere, perché non è una canzone di Nino D’Angelo! Leggi attentamente!

Primo allenamento al parco: non dimenticare lo smartphone.

A costo di sembrare un nerd fanatico o un maniaco della corsa, porta con te lo smartphone e una di quelle odiosissime fasce porta cellulare che si allacciano al braccio.

Ovviamente l’iPhone non ti servirà per parlare al telefono o per flirtare con la nuova collega di lavoro, ma sarà il tuo miglior alleato durante questo primo allenamento.

Prima dell’appuntamento ai confini di un parco situato nella periferia più a est della città, assicurati di avere il telefono carico (al 100%) e installa qualche app per registrare l’andamento della corsa, così quando il sole sarà tramontato e perderai il gruppo – perché è ovvio che non reggerai il passo e loro non ti aspetteranno – non ti ritroverai come sul set di The Walking Dead, nel buio totale, pronto a uccidere gli zombie che spuntano dai campi di granturco alti 2 metri. Con Google Maps potrai ritrovare la retta via e raggiungere la salvezza.

Prima volta nello spogliatoio: simpatico, ma non troppo.

Confrontarsi con persone che giocano assieme da tanti anni nella stessa squadra non è la cosa più semplice del mondo. Quando entri nello spogliatoio, anche se ce l’hai più lungo degli altri, non vuol dire che ti rispetteranno. Evitare assolutamente battute dirette a qualche compagno di squadra, accodandosi alle prese in giro di uno della vecchia guardia. Lui può, tu basta che ridi (anche per finta) e hai fatto la tua.

Presentati con tutti e preparati per entrare in campo per gli allenamenti di calcio. Evita un abbigliamento poco professionale: no alla panciera, anche se hai la schiena a zig-zag: soffri in silenzio, dimostrati un duro. Non indossare maglie di squadra di calcio: meglio non schierarsi immediatamente. Se ti chiedono che squadra tifi, dillo pure, ma non aggiungere frasi del tipo: “e odio il Milan, mi fanno schifo i romanisti, etc.”.

Non uscire per primo dallo spogliatoio, ma nemmeno per ultimo. Durante l’allenamento dai il meglio di te, sempre con umiltà e se l’allenatore ti deride pubblicamente per la tua scarsa condizione fisica o perché di profilo assomigli ad Homer Simpson, tu ridi. L’autoironia ti salverà: tanto tu sai che sei lì per migliorare.

Non saltare mai gli allenamenti e allenati semi-segretamente

Non saltare mai gli allenamenti di calcio, ma se ti capita di non poterti allenare e dici che è per motivi di lavoro, penseranno che te la stai menando. Non precisare mai il motivo della tua assenza. Se giochi in una squadra che può allenarsi solo un giorno alla settimana, organizzati per allenarti segretamente, magari con un amico/a che esce spesso a correre. Recuperare la condizione fisica è fondamentale per farsi rispettare all’interno di una squadra.

Se ti chiedono come hai fatto a recuperare così in fretta, confessa qualche corsa mattutina, ma non ammettere mai che stai portando avanti un programma parallelo di allenamento. Gli allenatori di calcio detestano le scelte individualiste e anche se sono pronti ad abbandonarti in un parco al buio – se non reggi il ritmo dei tuoi compagni – non ci penseranno due volte ad accusarti di non “fare gruppo”.

Nel caso annuisci e poi quando è il momento giusto tira fuori la storia di quella volta che ti hanno abbandonato nel parco.

Fatti rispettare dai tuoi compagni di squadra: metti subito le cose in chiaro

Il fenomeno della situazione c’è sempre. Quello che durante la partitella, quando sbaglia una passaggio, tu gli dici “bravo, tranquillo, era una bella idea”, mentre quando sbagli tu, lui dice “noooo, cosa fai?!”, urlando così forte che il tuo errore diventa plateale.

La via del karma non funzionerà. Continuare a porgere l’altra guancia nella speranza che si redima, non è un’alternativa. Gestisci la situazione con forza, a muso duro, facendo capire al tuo compagno, qualsiasi esso sia – capitano compreso – che non deve sottolineare ogni tuo errore con un lamento, perché se no comincerai a farlo anche tu.

Gruppo di WhatsApp: essere maschilisti paga alla grande

Lo so, può sembrare una cavolata, ma tra uomini succede, tanto rimane circoscritto lì. Quello che succede sul gruppo di WhatsApp della squadra di calcio è segreto. Allora via, all’ultimo video porno del nano con la pornostar, via alla condivisione di screenshot dell’ultimo post di Fantagazzetta dove sotto la foto di un gruppo di ragazze immortalate durante l’asta del fantacalcio, il genio della situazione commenta “Chi l’ha preso N’Koulou?”.

Anche in questo caso paga davvero tanto determinare una presenza simpatica, leggera ma decisa. Essere maschilisti rende personaggi alfa, ma occhio a non esagerare: da macio a morto di figa è un attimo.

Se seguirai questi pochi consigli sugli allenamenti di calcio, non ti posso assicurare che diventerai il Cristiano Ronaldo di Cinisello Balsamo e che il tuo mister non ti abbandonerà tra i non-morti, ma ti assicuro che sopravviverai per un anno intero. Perché ti sarai dimostrato uno con cui sarebbe bello andare a bere un paio di birre.

 

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