Ci hanno tolto la libertà di espressione saturandola. Prima hanno provato a limitare i nostri pensieri in 140 caratteri, poi li hanno ingabbiati negli #, facendoci esprimere a singhiozzi in diesis. Noi di The Millennial siamo stati all’inaugurazione del progetto Pinko per Treedom, con modelle, frutta secca, dispaly informativi, location esotica e un’idea su come fermare la deforestazione, o almeno contrastarla. Comprando una maglietta. Ma che non sia un classico esempio di bipensiero orwelliano?
Pinko è già nota a molti (che poi quanto è bella la parola Pinko? Pinko Pinko Pinko Pinko Pinko Pinko Pinko Pinko non mi stancherei mai di dirla). Treedom è un ottimo progetto, puoi piantare un albero nel mondo e seguire la sua crescita. Un’idea su come fermare la deforestazione, o almeno contrastarla. Se non vivi in campagna è anche un ottimo modo di avere il tuo giardino disseminato qua e là per il mondo. Un albero può anche essere un ottimo regalo. Non me ne vogliano i miei cari amici fiorai ma volete mettere piantare in Nepal una Macadamia, che puoi costantemente monitorare e che supporta la popolazione locale, con un mazzo di fiori che il giorno dopo è da buttare? Con solo 9 euro puoi acquistare il tuo primo albero a questo indirizzo.
La moda rappresenta uno dei settori più inquinanti a livello globale. Ogni anno consumiamo complessivamente più di 80 miliardi di capi d’abbigliamento. Pensate a quante energie e materie vengono utilizzate per produrre una quantità così smisurata di abiti. L’acquisto di vestiti è cresciuto vertiginosamente rispetto ai decenni passati e, si sa, se c’è la domanda c’è anche l’offerta.
Non sorprende quindi che Pinko decida, in un’ottica di responsabilità sociale, di affiancarsi a Treedom (sono entrambe aziende italiane), lanciando delle t-shirt prodotte con cotone organico italiano ed incartate con un pack ecosostenibile. Ad ogni maglietta venduta corrisponde un albero piantato in Kenya, al fine di creare la «Pinko Forest» una piantagione di circa 10.000 alberi da frutto – mango, banano, macadamia, ciliegio africano e avocado – che saranno piantati in Kenya nel corso del 2018.
Come fermare la deforestazione? Bè, io, nel mio piccolo, ho piantato e trapiantato, con il mio sudore e con i miei soldi, semi ed arbusti nelle terre africane. Là dove la vita costa un euro al giorno, letteralmente. Forse per questo non concepisco l’idea di spendere 55 euro per una maglietta e per piantare un albero. Con una tale somma un abitante del Burundi può vivere due mesi e Dio solo sa quante piante potrebbe piantare in questo lasso di tempo.
Dovrei, a questo punto, a puro scopo divulgativo, consigliarvi un’alternativa più economica o che produca dei costi benefici maggiori a proposito di come fermare la deforestazione. Potreste comprare una t-shirt di cotone a euro 2,50 da Decathlon e donare il resto in beneficenza ecologica. Ora, potreste controbattere che non è cotone organico italiano e sicuramente acquistandola si produce un danno sociale da qualche altra parte. Oppure potreste farmi notare come non sappiamo che fine facciano effettivamente i soldi che diamo in beneficenza: su questo siamo d’accordo. Si parla molto della tracciabilità delle criptovalute, si ipotizza di utilizzarle per le donazioni, com’è già stato fatto per il terremoto del centro Italia da Helperbit (di nuovo, un progetto italiano).
C’è l’illusione che con la blockchain e le donazioni trasparenti, finalmente, ogni moneta che doniamo sia davvero tracciata ed analizzabile. La verità, come scriveva George Orwell in 1984, è che “Chi controlla il passato controlla il futuro, chi controlla il presente controlla il passato”. Adescare nella vaga idea di un futuro diverso è pura stupidità.
Io non ho idee su come ridurre la quantità di C02 nel pianeta, su come fermare la deforestazione o su come risolvere il problema dell’inquinamento prodotto dall’industria dei vestiti. Non mi intendo di moda. Sfortunatamente, sia chiaro. Posso però consigliarvi in maniera presuntuosa di non fermarvi alle apparenze, di chiedervi il perché di un determinato progetto o di una certa iniziativa. La risposta “perché migliora il mondo” difficilmente regge. Prima di darci una risposta dobbiamo chiederci se la domanda è corretta. Nel sistema post-capitalista può esistere un’iniziativa, creata da due aziende che puntano a capitalizzare, davvero filantropica ed ecologista? Non è lo stesso obiettivo “capitalista” che ci ha portato a questa situazione? Non siamo al cospetto di un cortocircuito tra il mezzo e il fine? Oppure viviamo proprio nell’epoca del bispensiero orwelliano dove si può sostenere un’idea e il suo opposto?
L’hashtag per supportare la causa e promuovere l’iniziativa è #StartWithATree.”
Pensa, quando sei seduto sul cesso a condividerlo tra un #JesuisCharlie e uno #stayhuman, in quali condizioni vive chi costruisce quello smartphone per far sì che tu posso esprimere la “tua” opinione.
Acquista una maglietta Pinko per treedom:
https://www.pinko.com/it-it/abbigliamento/pinko-per-treedom/
A proposito di come fermare la deforestazione, Ecosia è un motore di ricerca che pianta alberi con i suoi introiti pubblicitari. Un progetto tedesco che contribuisce a rimboscare il pianeta invece che dare (tutti) i soldi a Google. Costo zero, ottimo beneficio:
KingElgard – Youtuber Millennial che si occupa di parlare di natura sul web consiglia di fare regali con Treedom:
https://www.youtube.com/watch?v=9uKG2SqqmN4
Dopo esserti fatto la tua idea su come fermare la deforestazione, LEGGI ANCHE: